La “differenza cristiana”

L'esperienza di servizio del Gruppo giovani di Rovereto nella Comunità Sant'Egidio di Roma

Cinque giorni insieme in pellegrinaggio a Roma per conoscere meglio le radici della propria fede, per comprendere maggiormente la parola “servizio” e per capire quali siano i sentieri giusti da percorrere per fare la “differenza cristiana”. Con questo spirito diciannove ragazzi del gruppo giovani delle parrocchie di San Marco e Sacra Famiglia in Rovereto, insieme al loro vicario parrocchiale e agli animatori, hanno vissuto un campo estivo presso la Comunità di Sant'Egidio di Roma, fondata dal prof. Andrea Riccardi.

L'esperienza è iniziata con la partecipazione alla catechesi del Papa (un'emozione vederlo per la prima volta così da vicino!). Memore dei giorni appena trascorsi i Corea, il Papa ha invitato tutti i battezzati e soprattutto i giovani ad impegnarsi nell'annuncio di Cristo e a mettersi a servizio del suo Regno.

Presso la Comunità Sant'Egidio al gruppo trentino è stato chiesto un aiuto nel servizio alla mensa dei poveri e nell'animazione presso una casa di riposo per anziani: i giovani roveretani, insieme ad altri volontari, si sono improvvisati camerieri premurosi ed attenti nei confronti degli ospiti della mensa e, in mezzo agli anziani in casa di riposo, hanno potuto liberare il loro talento di gioiosi cantori.

Ma è soprattutto l'incontro diretto con gli utenti della mensa che è stato importante per la loro crescita umana e spirituale: “Avevo un po' paura di questo servizio – racconta Ilaria – ma grazie a questo compito che mi è stato assegnato ho riscoperto cosa significhi la parola accoglienza”. Le fa eco Giulia: “È stato duro 'scontrarsi' con la povertà, con la rabbia del povero. Prima di questi incontri non credevo che ci fossero persone che potessero soffrire così tanto”. “Tra le persone che ho servito – racconta invece Giovanni – c'erano anche persone perfettamente normali e questo mi ha molto stupito”. Matteo ricorda soprattutto il rapporto che si è creato con alcune persone incontrate: “Con alcuni di loro è stato possibile dialogare vicendevolmente. Mi porto via il ricordo dei loro sorrisi e le loro parole di gratitudine”.

Accanto alle esperienze di servizio, i giovani hanno incontrato alcuni volontari della Comunità di Sant'Egidio di Roma che hanno saputo dare maggior senso alle varie attività che l'Associazione porta aventi in diversi Paesi del Mondo. Marco, uno di loro, ha spiegato come l'”Altro”, in un ottica di fede, diventi un amico, un parente a cui non si può negare un aiuto. Ed è proprio la preghiera, molto importante per la Comunità di Sant'Egidio (anche i giovani di Rovereto partecipavano alla preghiera quotidiana), a dare sostegno e “luce” nel servizio al prossimo.

All'interno delle giornate c'è stato spazio anche per alcune visite culturali presso le Catacombe di San Callisto e presso alcune chiese famose e meno famose, come quelle di Sant'Agnese, di Sant'Agostino, San Luigi dei Francesi e di San Paolo Fuori le Mura, dove i ragazzi hanno potuto vivere dei momenti di riflessione sulla propria fede.

Le giornate “romane” si sono concluse con la visita al Vaticano e con l'ascolto dell'Angelus di Papa Francesco. “Ho vissuto un'esperienza di vero e proprio servizio – dice Arianna – e ho capito che in questo modo anche noi giovani possiamo essere Chiesa per gli altri”.

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