La tentazione più grande

Dt 26,4-10

Salmo 90 (91)

Rm 10,8-13

Lc 4,1-13

Sono consapevole che nelle mie scelte e nei miei atteggiamenti si può nascondere la tentazione del potere, cioè del servirmi degli altri e di Dio? Oggi c’è bisogno di comunità capaci di senso critico nei confronti delle scelte politiche ed economiche per non confondere la fede con l’idolatria. La mia comunità parrocchiale si impegna sul cammino della solidarietà guardando alla situazione del mondo?

«Convertiti e credi al Vangelo» sono state le parole pronunciate dal celebrante ponendo un po’ di cenere sul capo del credente, parole che invitano a orientare la propria esistenza al bene dell’altro, a dare adesione alla bella notizia di Gesù. Quaresima è un cammino da compiere verso un cambiamento che abita il futuro. È il viaggio della nostra vita, durante il quale ci sono ostacoli da superare, se si vuol lasciare che Dio suggerisca le nostre scelte e sostenga le nostre opere.

Il Vangelo di oggi ci presenta le tentazioni di Gesù. E subito ci chiediamo: quali sono le tentazioni per un credente? Non sono certo quelle di cui si «preoccupa un certo cristianesimo moralistico, come ad esempio quelle riguardanti la sessualità, ma piuttosto quelle che demoliscono la fede» (Olivier Clement). Nella prima tentazione la scelta è tra le pietre e il pane. Certo, il pane è qualcosa di necessario per vivere, ma altre cose sono più importanti: gli affetti, le relazioni, le persone. Qui c’è l’invito chiaro a non frantumare i nostri ideali contemplando e inseguendo denaro e cose. Se il pane è buono, più buona è la Parola di Dio, che non chiede di sopravvivere in qualche modo, ma porta la vita a raggiungere la sua pienezza. Poi il tentatore alza la posta: «Se ti prostrerai in adorazione davanti a me, tutto sarà tuo» (Lc 4,7). Il diavolo propone a Gesù di cambiare il mondo usando il potere, la forza e occupando i posti chiave, perché è convinto che sia un illusione basare la propria azione sull’amore e sulla croce. Sono realtà delle quali il mondo non sa che farsene. Conta invece il potere, soprattutto il potere economico, che determina di fatto la politica, il benessere di ogni singolo popolo e la relazione tra gli stati. Non occorre un grande sforzo per rendersi conto che molti pur di raggiungere il potere sono pronti a vendersi e a perdere la propria dignità. Il diavolo nel Vangelo ha tre nomi: accusatore, padre della menzogna, omicida. Adorarlo significa mettersi ad accusare, a puntare il dito, a insinuare; significa adoperare la menzogna, la doppiezza, l’inganno; significa infine scegliere la violenza e l’aggressività. Non c’è dubbio che nel nostro tempo incattivito, nella nostra società poco felice sia facile diventare preda di queste «forze» negative, dimenticando la risposta di Gesù: «Sta scritto: il Signore Dio tuo adorerai; a lui solo renderai culto» (Lc 4,8). Vale a dire: il male del mondo non sarà vinto con un altro male, ma se uomini giusti sapranno indignarsi ed insorgere.

L’ultima tentazione è una sfida aperta a Dio: «Se tu sei figlio di Dio, gettati giù di qui…». È l’invito a chiedere un miracolo. A prima vista pare un grande atto di fiducia, il massimo della fede. Invece è esattamente il suo contrario. Chi chiede miracoli rischia di usare Dio per il proprio tornaconto. Non gli interessa la volontà di Dio, ma semmai che coincida con la sua, riducendo Dio a servo. Buttati, verranno gli angeli, Dio correrà in tuo soccorso. Ma non è sempre con te e i suoi pensieri non coincidono con i tuoi. Prova e vedi se puoi fidarti di Lui! Dio salva, dice la Bibbia. Ma poi arrivano le sofferenze, le delusioni, le sconfitte, le incomprensioni, il fallimento, la morte. Perché Dio sembra assente? Perché non salva? Questa è forse la tentazione più grande. Ogni uomo pensa che la sofferenza non dovrebbe esserci, che il Padre dovrebbe eliminarla. Ed è struggente la domanda: ma perché questo non accade? Può aiutarci a trovare una risposta la frase di Bonhoefer, martire dei lager nazisti: «Dio non ti salva dal dolore, ma nel dolore, non ti salva dalla croce, ma nella croce, come ha fatto con Gesù». Nella prova il Signore è presente, anche se pare non rispondere. Ci dona ciò di cui abbiamo bisogno! A noi non sarà dato di vedere voli d’angeli, per noi non ci saranno angeli a sostenerci, ma solo una luce, forse una piccola luce per ognuno dei nostri passi.

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