Modella

Solitudine, vuoto, incomunicabilità, assenza sembrano essere parti integranti del contratto con i tuoi datori di lavoro…

Cara Modella, ti conosco soltanto dalle tue occasionali apparizioni alla fine di qualche TG. Non penso mi leggerai ed io non ho certo titolo e competenza per parlarti. Ti scrivo solo per lasciar uscire un sentimento dolente e alleviare una mia tristezza. Spero sempre che quel tuo pallore, quel nerofumo attorno agli occhi, la apparente inesistenza di tessuto muscolare, siano effetti ottici frutto del trattamento ante sfilata. Nati e subito dopo riconsegnati a quel laboratorio. E ti immagino esplodere di vita, di comunicazione, di gioia e magari anche di ribellioni nei tuoi ambienti di famiglia, di amicizia, di liberi interessi. Mi par di capire che tu devi negarti di apparire e che hai il compito delicato di portatore mobile di un necessariamente inerte prodotto artistico e commerciale considerato più grande di te e, in qualche modo, a te, con trepidazione o con orgoglio, affidato. Spero sempre che la tua impressionante magrezza, la tua severa impersonalità, il tuo negarti e negarci un sorriso, la tua chioma neutralizzata, la tua dichiarata intercambiabilità, appartengano ad una tua divisa di servizio, siano imposte dal tuo compito durante la stretta prestazione lavorativa. Non nascano dall'anoressia, non ne impongano i sintomi e non la generino. Non richiedano e non pretendano uno stato di perenne depressione. Immagino che il tuo passo, a piedini incrociati, lungo una invisibile direttrice di marcia priva di meta, consenta agli spettatori di non distrarsi su di te e di restare, per un attimo, concentrati sul tuo elaborato contenitore. Occorre appaiano solo i colori, le forme, le qualità, le pieghe dei modelli cui servi da modella, la genialità delle creazioni per quanto effimere, l'incontro con le attese e le sorprese degli ambiti acquirenti. Solitudine, vuoto, incomunicabilità, assenza sembrano essere parti integranti del contratto con i tuoi datori di lavoro, fattori indispensabili per un lancio proficuo del prodotto. Sfrondata da rami, foglie, frutti, colori, sapori, profumi tuoi, sei più rapidamente reperibile sul mercato, più facilmente retribuibile e quindi moltiplicabile in passerella. Constato che i venditori di automobili invece hanno ancora qualche bisogno di abbinare al nuovo esemplare della loro Casa rare figure femminili sorridenti e più consistenti. Qualche lettore mi potrà spiegare il gioco di queste leggi apparentemente contraddittorie.

Modella: perché sei modello? Perché diventi modello? Perché interpreti le mode? Mi pare di no. Perché modellata secondo le esigenze di varie prescrizioni economiche, estetiche, psicologiche, sociali di passaggio? Penso di sì. Forse è a motivo di questa tua dipendenza che qualcosa di vero, di tuo, di autentico mi arriva dal tuo desolato sfilare: tristezza e solitudine. Se questo è vero ti auguro sia solo di quei momenti e sotto quei doveri.

Nel Medioevo e dintorni, a noi, nel tempo, non tanto lontani, predicatori e scrittori si consumavano nell'esorcizzare il fascino del femminile, nel distogliere dalla donna e dal sesso, nel convincere della vanità della piacevolezza corporea, della fragilità del femminile, della macabra caducità dell'organismo in genere e della giovinezza in particolare. Sono assolutamente surclassati dalla efficacia degli attuali poteri televisivi. Le ricerche statistiche ci annunciano la diminuzione dell'attività sessuale. Devono gli scomparsi quaresimalisti riconoscere come legittimi e più fortunati eredi gli attuali pubblicitari o i maestri di mode? Se non c'è più la carne, se tutto è esangue, se cibo e sesso restano preclusi, quale spazio rimane per questi più elementari peccati della carne? Addio Piacere! Ma il guadagno è subito azzerato. Rimangono incontrastati a dilagare e dominare gli ancor più spietati e distruttivi Avere e Potere. Sta scritto, all'inizio della Bibbia come Dio vide che tutto era bello e ancor più bella la persona umana. A tal punto che si prese e ci donò un settimo del suo tempo solo per contemplare. Chi è questo dio minore, installato dentro di noi, disposto a far brutta la persona perché il resto appaia bello, perché sia bella la "roba"?.

Cara Modella perdona questo desolato e maldestro sfogo. Spero non averti ferita. Accoglilo come solidarietà alla tua realtà vera o immaginata.

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