La buona politica alla prova dei fatti

Il testo scandito in tv dal presidente Mattarella, ancora colpito dalla testimonianza di Antonio Megalizzi che ricordiamo il 14 gennaio (vedi pag.2), ha un raro pregio. Lega l’affermazione di alcuni valori fondamentali al conseguente riscontro – positivo e negativo – nelle scelte operative. Il riconoscersi come comunità, ad esempio, comporta che “nel battersi per le proprie idee si rifiutino l’astio, l’insulto, l’intolleranza”. E purtroppo spesso, ne abbiamo prova ogni giorno, non va così. Oppure: è sacrosanta la domanda di sicurezza, come “condizione di un’esistenza serena”, ma per Mattarella “la vera sicurezza si realizza, con efficacia, preservando e garantendo i valori positivi della convivenza”.

Anche gli amministratori trentini dovrebbero rileggersi il discorso di fine 2018, come parametro di riferimento per questa nuova legislatura : ogni roboante enunciazione di principio – spesso facile come il richiamo a un patrimonio comune, valoriale e anche religioso – deve corrispondere a applicazioni più possibili coerenti. Purtroppo la solerte delibera con cui si vuol dare seguito a livello locale al cosiddetto “Decreto Sicurezza” – fondatamente contestato dalle sigle dell’associazionismo cattolico attive nel settore – ha suscitato dissenso e anche preoccupazione per il futuro dell’accoglienza in Trentino. Sembra rispondere infatti più alla foga di dimostrare fedeltà alle misure draconiane del ministro-leader Salvini e agli annunci della campagna elettorale che a quella gestione attenta del complesso fenomeno migratorio – né contingente né transitorio – sul quale si riflette e si lavora da tempo, riscontrando certamente difficoltà ma anche individuando varchi di fattibilità. All’insegna di quel principio irrinunciabile – la dignità di ogni persona e la comune umanità – che lo stesso Arcivescovo Lauro ha richiamato davanti ai popoli convenuti in Duomo per l’Epifania. Ed ora la replica operativa annunciata dalle realtà ecclesiali trentine merita di essere considerata anche nel suo valore di stimolo, non di supplenza.

In quest’ambito pure le sommarie osservazioni del presidente del Consiglio provinciale sul ricorso al solo volontariato nella gestione dell’accoglienza invece che alle risorse organizzate del privato-sociale trentino ci sono apparse stonate così come l’atteggiamento pregiudizialmente negativo della Giunta rispetto alle spese provinciali per la cooperazione internazionale.

Lo stesso Mattarella – e torniamo al discorso di San Silvestro – ha ribadito il dovere delle istituzioni di sostenere quelle del realtà del Terzo Settore, del No profit che operano nella rete di solidarietà: “Vanno evitate anche per questo “tasse sulla bontà”, ha soggiunto. Ma non è certo questo l’unico ambito in qui si misura quella “buona politica” – da esercitare nell’ordine mondiale ma anche nella città di periferia – che il Papa ha delineato nel messaggio per la 52° Giornata per la Pace. Vi ha inserito anche le affermazioni del Cardinale vietnamita François-Xavier Nguyễn Vãn Thuận, fedele testimone del Vangelo, che merita di riproporre come augurio di inizio anno:

“Beato il politico che ha un’alta consapevolezza e una profonda coscienza del suo ruolo.

Beato il politico la cui persona rispecchia la credibilità.

Beato il politico che lavora per il bene comune e non per il proprio interesse.

Beato il politico che si mantiene fedelmente coerente.

Beato il politico che realizza l’unità.

Beato il politico che è impegnato nella realizzazione di un cambiamento radicale.

Beato il politico che sa ascoltare.

Beato il politico che non ha paura”.

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