“Donne Rendena”, non sciogliete il vostro gruppo

Chi sa la storia conosce bene che il Trentino “è stato fatto” dalle sue donne

lo spunto

Care amiche e amici del Gruppo Donne Rendena è arrivato finalmente il libro sull’ Economia Alpina……Possiamo dire di essere contente del risultato finale. Con questo atto conclusivo sciogliamo il nostro Gruppo Donne che ci ha impegnato molto, ci ha dato anche soddisfazioni e soprattutto ha saldato rapporti di amicizia e di stima reciproca. Sabato 6 aprile alle ore 16.00 ci troviamo nella sala consigliare del Comune di Spiazzo per vedere il video della scuola, per diffondere il libro e anche per uno scambio di pensieri e di considerazioni sul percorso fatto insieme. Da parte mia un grazie per l’impegno profuso in questi 15 anni di collaborazione.

Luisa Romeri Pedretti

Spiazzo Rendena

Per anni, quasi a segnare l’avvio di un secolo in cui appare necessario – e lo si avverte dalle ricorrenti emergenze in tutti i settori delle vita pubblica -riscattare il mondo e ricostruirlo nei suoi valori, il Gruppo Donne Rendena si è posto come segno di testimonianza e di speranza ben oltre la valle in cui è sorto. E’ un gruppo aperto e lo compongono una trentina di donne di condizioni e provenienze diverse, dedicate però tutte insieme (Luisa Romeri ne è un po’ la coordinatrice) a un’ampia frontiera di impegni. Non un gruppo politico, non un’associazione culturale o di azione femminile. Anche questo, ma oltre … Donne che nelle pienezza della loro condizione (di donna, appunto, che si assume il compito di dare la vita, di accogliere la vita, di custodire la vita e quindi di rilanciarla) si fanno carico dei problemi della comunità. Nella quotidianità.

Le donne sono sempre più le protagoniste di questa fase storica, anche a livello mediatico, e resta acceso il dibattito sui loro diritti, le discriminazioni, la parità necessaria e al tempo stesso ostacolata, le potenzialità che esprimono e le violenze che subiscono. In questo scenario, difficile, ma entusiasmante, le Donne di Rendena sono entrate fra le prime, “dal basso”, scegliendo poi di andare oltre i dibattiti e i confronti, per una presenza nei luoghi di vita e di lavoro, nei paesi e negli uffici, nelle scuole e nella famiglie, dove si vive il presente e si costruisce il futuro.

Il Gruppo è nato 15 anni fa alla vigilia di un appuntamento elettorale locale per fare presente ai futuri amministratori eletti i bisogni dei paesi, delle famiglie e di quella casa comune – risorsa anche economica per il turismo, per l’economia della montagna – che è l’ambiente. Al di là dei partiti e delle carriere politiche le donne si ponevano come referenti per compiere un’analisi dei problemi, per indicare “ciò che va e ciò che non va”. Era un nuovo “metterci la faccia”, ma anche far maturare frutti cresciuti da radici antiche. Chi sa la storia conosce bene che il Trentino “è stato fatto” dalle sue donne. Le donne accanto agli uomini per condividerne la fatica, per “farli crescere” – incoraggiandoli o frenandoli – nei contesti familiari, nei lavori essenziali da completare (la fienagione, l’orto, il pollaio …) ciò che fa la differenza fra la dignità e la miseria, ma poi porta anche benessere quando, accogliendo i primi turisti, la donna si cura dell’appartamento in affitto, dell’albergo, della sua cucina. Quanta nostalgia ancora, in molti viaggiatori, per quelle figure di donna … “dateci una buona cuoca in cucina, una moglie, una mamma, una zia … e faremo volentieri a meno di tanti chef stellati”. Le donne hanno fatto il Trentino anche “rimanendo”, ed è particolarmente vero per la Rendena. Gli uomini partivano per l’emigrazione invernale nelle città padane, e poi in America, le donne restavano in paese, come presidio di case, di famiglie, di valori da trasmettere, perché gli uomini sapessero che potevano tornare. Che dovevano tornare.

Tutto questo hanno espresso in questi anni le Donne di Rendena, con prese di posizione, interventi, convegni, l’ultimo – che viene presentato appunto sabato a Spiazzo, sull’ Economia Alpina, stampato dall’Editrice Rendena di Piergiorgio Motter. “In questi anni – ricorda Luisa Romeri – abbiamo affrontato molti temi, sollevato cose “che non vanno”. Abbiamo dato contributi importanti, ci siamo conosciute fra di noi e abbiamo trasferito nelle nostre famiglie la consapevolezza di tanti problemi che la valle deve affrontare. Abbiamo avuto consensi e ci siamo scontrate con molti silenzi. Agli ambienti di potere (anche all’Apt…!) sappiamo di non essere riuscite tanto simpatiche, ma abbiamo fatto ciò che pensavamo di dover fare”.

Ed ora, perché proprio ora che la società sembra pronta a riconoscere una presenza femminile paritaria, il Gruppo si scioglie? “Abbiamo cercato di indicare una strada “nostra”, civile, radicata, non istituzionale, di testimonianza, non di rappresentanza con tutto ciò che essa comporta. Poi gli anni passano, cambiano vita e situazioni anche per molte donne, adesso tocca ad altre andare avanti”.

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