Si scrive mele, si legge Europa

Un prodotto “nostro” che ha bisogno di una cornice economica europea e di pace, nel Mediterraneo e nel mondo

lo spunto

A Macfrut 2109, punto di riferimento a livello nazionale e internazionale per il settore ortofrutticolo, due incontri hanno visto l’intervento di Alessandro Dalpiaz, direttore di Apot e di Assomela: il primo dal titolo: “Una mela al giorno. Il contributo degli agrofarmaci per una filiera sicura e di qualità” e il secondo “L’ortofrutta italiana a un punto di non ritorno: servono nuovi mercati”, organizzato da Cso Italy. La varietà di opinioni e di esperienza di tutti coloro che partecipano in modo costruttivo allo sviluppo del nostro comparto vanno rispettate e soprattutto ascoltate” – ha sostenuto Dalpiaz nella tavola rotonda di Agrofarma. Quanto alla concorrenza ha annunciato una prossima missione nel sudest asiatico, come Assomela, per consolidare le relazioni con paesi potenzialmente importatori, ma difficili, come Vietnam, Tailandia e Taiwan. I recenti cambiamenti geopolitici mondiali, principalmente l’embargo della Russia verso molti prodotti europei, tra cui le mele, così come le problematiche in Libia, Egitto ed Algeria, ci hanno fatto perdere mercati pari a 250 mila tonnellate di prodotto esportato negli ultimi quattro anniha dichiarato Dalpiaz. Un danno a cui si aggiungono una notevole crisi dei consumi e la crescita di produzione di altri paesi produttori, come la Polonia. L’apertura di nuovi mercati è un percorso obbligato e difficile, ma che possiamo affrontare meglio con il giusto appoggio delle istituzioni e operando come sistema ortofrutticolo unito”.

Cooperazione Trentina, 16 maggio 2019

Le mele da oltre 50 anni sono la carta vincente dell’agricoltura trentina ed è difficile, per molte valli, pensare oggi ad una coltura sostitutiva. Ma le mele accusano pesanti difficoltà su due fronti.

All’interno i consumi calano per molte ragioni (non è estraneo il confronto sull'uso e abuso dei cosiddetti pesticidi). Quanto all’estero il Trentino, con l’Alto Adige, proprio nelle mele è fra le economie più penalizzate dall’embargo voluto da Trump verso la Russia, che ha così moltiplicato le importazioni dalla Cina, divenuta la maggior produttrice mondiale. Trovare nuovi mercati è necessario, ma non facile, e da solo, con una Bolzano che “regionalmente” tende ad allontanarsi, il Trentino non può andare molto lontano.

Per questo, alla vigilia del voto europeo di domenica, “Sentieri” passa fra le mele, un prodotto che consideriamo “nostro”, di cui pensiamo di essere padroni (Melinda è stata un’intuizione e un successo mondiale) ma che invece è in balia delle grandinate economiche globali scatenate dagli ultimi arrivati più forti. Per questo, pensando al voto di domenica, parliamo di mele, perché proprio guardando alle cose “nostre”, più vicine, ci rendiamo conto che per mantenerle, perché restino “nostre”, mai come in questo momento abbiamo bisogno di “altro”, di Europa, di una moneta spendibile e riconoscibile a livello internazionale come l’euro, di istituzioni capaci di garantire e imporre regole e tutelare territori, di pace. Europa, perché non bisogna credere a chi dice che basta fermare un barcone per diventare padroni di se stessi, dei proprio soldi e del proprio Paese, quando, isolati, indeboliti, indebitatati, sussidiati da bolle populistiche si è invece costretti a lasciare libero gioco agli interessi più aggressivi. Si perde l’immenso mercato russo, si lascia che i paesi del Mediterraneo, dinamici quanto a popolazione, vengano scossi da una continua fibrillazione. Così, mentre la politica acceca gli italiani con populismi e rissosità crescenti altre potenze si giocano ai dadi il “mare nostrum”. Altro che barconi. Ecco perché parliamo di mele. Perché le mele non sono “fake news” o “twitter” di propaganda. Le mele, appena fuori dalle nostre case, ci dicono che mai come in questo momento il Trentino ha bisogno d’Europa, ci ammoniscono che il voto di domenica è un’occasione irripetibile (bisogna andare a votare!) non tanto per fare la conta dei partiti, o per idealità, ma per dare un segno di volontà d’Europa, per tutelare la vita dei nostri paesi. Parliamo di mele, ma il discorso potrebbe allargarsi a numerosissime altre occasioni e situazioni. Che farebbero i ragazzi, i nostri figli delle scuole, se non ci fosse l’Europa, le università collegate, l’Erasmus, la possibilità di andare a lavorare, imparare, nelle città europee, tornare?

Occorre però soprattutto andare a votare per dire “no” a chi finisce per umiliare e impoverire il nostro Paese con il pretesto di farlo padrone di se stesso e dargli sicurezza.

vitaTrentina

Lascia una recensione

avatar
  Subscribe  
Notificami
vitaTrentina

I nostri eventi

vitaTrentina