In ascolto di Hannah

Sommario

Un pacco contenente sette audiocassette, che nell'era digitale sembrano provenire da un altro mondo, è lo strano regalo recapitato al sedicenne Clay. Sui tredici lati incisi risuona la voce di Hannah, la ragazza di cui è innamorato, che ha scelto di uscire volontariamente da una vita in cui non riusciva a trovare il suo posto. Ogni lato ferma uno dei motivi che l'hanno portata al suicidio, chiamando in causa altrettanti compagni di scuola. Il suo ultimo desiderio è che le cassette vengano ascoltate da tutti i protagonisti, uno dopo l'altro.

Comincia così il viaggio di Tredici, serie televisiva statunitense basata sull’omonimo romanzo di Jay Asherm, che ha esordito lo scorso 31 marzo in tutti i paesi raggiunti dal servizio di video on demand Netflix. Un viaggio che cattura lo spettatore, grazie alla tipica visione ad immersione offerta dal canale, che invoglia a proseguire puntata dopo puntata (ognuna è dedicata al lato di una cassetta e dura meno di un’ora), e ad una sceneggiatura avvincente, ben supportata dalle interpretazioni dei giovani protagonisti, che alterna continuamente il presente al recente passato.

Armato di walkman, cuffie e bicicletta, Clay ripercorre gli ultimi mesi di vita di Hannah, rivivendo i fatti dal punto di vista di lei, sempre più sopraffatto dai sensi di colpa e dalla volontà di vendicare una morte inaccettabile.

Accanto ai temi di un teen drama classico, la difficoltà di crescere, i primi amori, i rapporti con il mondo adulto, la serie affronta nodi di drammatica attualità, come il bullismo, che nel web ingigantisce, la sessualità, che nasconde conflitti irrisolti fino ad arrivare alla prevaricazione e alla violenza, il senso di solitudine che rischia di diventare depressione.

Tredici, virtualmente vietata ai minori di quattordici anni e preceduta da avvisi che allertano sui contenuti delle puntate, è stata criticata per il realismo con cui descrive situazioni scabrose e per il possibile rischio di emulazione.

In realtà la serie rappresenta una preziosa fonte di riflessione e di discussione, per i ragazzi (comunque delle superiori) e per gli adulti (genitori e educatori), che non andrebbe confinata ad una visione solitaria. Racconta una stagione che tutti affrontiamo, in cui nessuno è totalmente buono o cattivo, ma combatte con fragilità che rischiano di prendere il sopravvento e portare a gesti estremi.

Nella claustrofobia di una storia dominata dal suicidio di una ragazza a cui sembrava non mancare nulla, si respira l'ansia di creare legami, di stabilire rapporti, di trovare amicizie vere su cui appoggiarsi per crescere. Dobbiamo imparare a prenderci cura gli uni degli altri, perché nessuna nostra azione è neutra per chi ci sta vicino: questo è l'insegnamento che Clay riceve in dono da Hannah.

Per il prossimo anno Netflix ha annunciato una seconda stagione della serie. Se riuscirà ad approfondire questi temi in modo costruttivo potrebbe confermarsi un bell'esempio di televisione da guardare. Insieme.

vitaTrentina

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