In corsia, la forza della diversità

La seconda stagione della serie televisiva sul medico “buono” firmata da David Shore

Dopo l'insolito esordio estivo dello scorso luglio su RaiUno e l'inaspettato successo ottenuto, da domenica 3 febbraio è tornato in prima serata con gli episodi della seconda stagione The Good Doctor, ma su RaiDue, dopo una piccola ma significativa guerra tra palinsesti.

È una serie televisiva statunitense creata da David Shore, già “papà” di Dr. House – Medical Division, e ispirata ad un'omonima fiction sud-coreana, pluripremiata in patria.

Protagonista è Shaun Murphy, giovane medico specializzando in chirurgia, affetto da autismo e sindrome del savant, che abbandona la cittadina natale nel Wyoming dopo una difficile infanzia per lavorare al San Jose St. Bonaventure Hospital, in California. Sotto l'ala protettiva ma discreta del suo mentore, il dottor Aaron Glassman, Shaun, brillantemente interpretato da Freddie Highmore, inizia una nuova avventura professionale e umana che lo porterà a confrontarsi con i pazienti del reparto, con i superiori, con i colleghi specializzandi Claire, Jared, Alex e Morgan, e con i vicini di casa, tra cui l'affascinante Lea.

Se nel caso di Gregory House la misantropia armava la genialità di un diagnosta-detective, per Shaun Murphy la malattia è il segno distintivo che lo rende un uomo diverso e un medico quasi infallibile.

Difficile giudicare se il racconto dell'autismo di Shaun rispecchi la realtà dei malati che ogni giorno convivono con una sindrome ancora oscura e dai mille volti. È però certo che Freddie Highmore riesce a dare corpo e anima all'ossessività dei piccoli rituali quotidiani, all'incapacità di esprimere i propri sentimenti con un sorriso o un abbraccio, ma anche alla straordinaria abilità di visualizzare mnemonicamente l'anatomia del paziente indirizzando con sicurezza le mani dei chirurghi verso la soluzione del problema.

Così il medical drama, che spesso privilegia rispetto all'aspetto medico le vicende personali che legano i vari interpreti, intrecciando storie d'amicizia e d'amore, nel caso di The Good Doctor mette al centro il rapporto tra il protagonista principale e gli altri personaggi, seguendo da un lato l'evoluzione e la crescita di Shaun verso un'esistenza più autonoma, dall'altro i cambiamenti che il suo essere diverso genera nelle persone “normali” che incontra e con cui stabilisce un rapporto. Il suo essere estremamente diretto, sincero e senza filtri è fonte di continui incidenti diplomatici che mettono a nudo le personalità di chi lo circonda, portandone a galla gli aspetti più reconditi e più veri.

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