Insieme, sulle ali della musica

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Sta riscuotendo un buon successo di pubblico la nuova serie tv proposta il lunedì in prima serata da RaiUno, La compagnia del cigno. Scritta e diretta da Ivan Cotroneo e interpretata da un cast di tutto rispetto che affianca attori navigati a promettenti esordienti, racconta le vite di sette ragazzi dai 15 ai 18 anni, che frequentano il conservatorio Giuseppe Verdi di Milano.

Matteo arriva nella capitale del nord dopo il terribile terremoto che ha distrutto il suo paese, Amatrice. Ospite dello zio Daniele, il ragazzo deve fare i conti con i fantasmi del suo recente passato e con le difficoltà di inserimento in un ambiente nuovo e competitivo. È il maestro Luca Marioni, direttore dell'orchestra del Conservatorio e soprannominato dai suoi studenti “il Bastardo”, che gli impone la via da percorrere, obbligando sei alunni, Barbara, Domenico, Sofia, Robbo, Rosario e Sara, a studiare con lui. Il gruppo whatsapp che li lega virtualmente si trasforma in breve da “Aiutiamo Matteo” a “La compagnia del cigno”, in onore di Verdi, il cigno di Busseto, e dà il via ad una storia di amicizia e di crescita collettiva.

Non si può certo dire che i temi affrontati dalla fiction siano originali. La particolarità de La compagnia del cigno sta nel modo di raccontarli, che trova nella musica un elemento essenziale. La grande passione dei sette giovani protagonisti è il mondo in cui si rifugiano quando gli ostacoli della vita sembrano farsi insopportabili. La filosofia dell'orchestra, suonare ognuno per sé ma insieme e in accordo con tutti, è il simbolo della sfida che ogni personaggio, giovane e adulto, affronta contro la solitudine. La vittoria sembra più alla portata dei giovani grazie alla loro capacità di credere nell'amicizia. Fare gruppo non è la soluzione ai problemi, ma sostiene e aiuta a spiegare le ali e a portare in alto il talento.

Lo stile narrativo drammatico di base trova la sua espressione nei volti dolenti e segnati dagli anni dei protagonisti adulti, tra cui spiccano Alessio Boni e Giovanna Mezzogiorno, e si stempera in digressioni da commedia che finiscono per sottolineare una superficialità di fondo, a cui non giovano i molti piani narrativi rappresentati dalle vicende dei diversi personaggi.

La visionarietà del regista lascia il segno nei momenti in cui prevale la fantasia, con brevi videoclip in stile musical decisamente più pop che classici. Ad impreziosire la serie una Milano inedita e alcune guest star come Michele Bravi e Mika, che firma la sigla originale della serie.

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