Tra codice etico e codice fiscale

La sfida degli infermieri trentini. Il vescovo al Collegio Ipasvi: “Non riduciamo la salute a mero budget”

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“Infermieri, la vostra professione è una delle più grandi contestazioni alla riduzione della salute umana a mero budget e codice fiscale”. L'arcivescovo mons. Lauro Tisi ha esordito con queste parole venerdì 12 maggio davanti a 200 professionisti riuniti al Centro Interbrennero per il convegno organizzato dal Collegio IPASVI di Trento sul nuovo codice deontologico dell'infermiere. “Siete esseri spirituali – ha proseguito il vescovo – non nel senso religioso del termine, ma perché siete vicini al malato nella sua vulnerabilità, nel momento in cui egli è attraverso da domande di senso incredibili”.

L'intervento di mons. Lauro Tisi è stato uno dei momenti salienti dell'incontro aperto a tutti i 4.539 iscritti del Collegio degli Infermieri professionali, assistenti sanitari e vigilatrici d’infanzia di Trento. Il vescovo si è soffermato sull’importanza della relazione, anche come momento di arricchimento per il personale sanitario, “perché la salute non è fatta solo di parametri scientifici”.

L'obiettivo del convegno è stato quello di approfondire i principi guida della nuova proposta di Codice deontologico, la cui stesura è stata avviata lo scorso novembre a 7 anni dalle ultime modifiche. Per la prima volta è prevista una consultazione pubblica che si concluderà a fine maggio. “Vorremmo che il testo rispecchiasse la nostra affermazione come professionisti, il nostro saper assistere e sapersi prendere cura delle persone con umanità, competenza e grande vicinanza”, ha evidenziato la presidente del Collegio di Trento, Luisa Zappini.

Tra le relazioni in programma anche quella dell’assessore provinciale alla Salute Luca Zeni, che ha voluto tratteggiare i contorni della sanità trentina nei prossimi anni. “Dobbiamo dare forza al territorio per porre così il paziente e la sua fragilità al centro del sistema. In sintesi – ha proposto Zeni – puntiamo verso una sanità di iniziativa che deve partire dalla riorganizzazione dell’assistenza primaria territoriale e da quella del welfare, superando le frammentazioni”.

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