Vaccini, dieci argomenti per dissipare dubbi

La prevenzione primaria è fondamentale. Ma dobbiamo sempre aspettare il morto?

Parlo e scrivo sui vaccini da più di 40 anni, ma mai come in questi mesi ho visto titoloni in prima pagina e tantissime lettere sui giornali, lunghi dibattiti da bar in TV e su internet, manifestazioni nelle piazze, penose discussioni in Parlamento. Provo perciò a esporre dieci argomenti sui vaccini obbligatori, seguendo un certo ordine, con calma.

1. Multinazionali. È vero che vaccini e farmaci sono studiati e prodotti da multinazionali che mirano ad avere profitti. Anche la Fiat studia e produce nuove auto per avere profitti. Ma lo stato deve poi controllare che auto e farmaci siano sicuri ed efficaci da ogni punto di vista. Non autorizza vaccini inefficaci o di dubbia efficacia. Se un vaccino è stato imposto con metodi furbi o mafiosi, si deve denunciare il fatto!

2. Scienza e ricerca. È vero che si trovano scienziati che danno ragione a ogni teoria (e si sentono incompresi, vittime di complotti). È universale l’idea che sta peggiorando il clima sulla Terra, ma Trump ha trovato qualche scienziato che lo nega… Ricerche di singoli scienziati devono avere un’approvazione universale. Solo le ricerche dei più qualificati centri mondiali possono validare un vaccino o un farmaco. Se esistono ragionevoli dubbi su un vaccino (è causa di autismo o di sclerosi multipla?), una “medicina basata sull’evidenza” ripete in tutto il mondo la ricerca (controllando anche che non vi siano dati falsati nella ricerca di base!): solo dopo si dà un giudizio, anche dopo dieci anni, come è successo per l’autismo.

3. Pediatri ed educatori. È vero che non si sente la voce dei pediatri (nemmeno del Dipartimento materno-infantile). I pediatri di famiglia dovrebbero essere i più diretti intermediari sui problemi di salute. Tra cento e più pediatri trentini mi trovo solo nel cercare di rispondere sulla stampa alle domande più preoccupanti. Anche gli educatori di nidi e scuole materne dovrebbero essere formati e saper intervenire.

4. Efficacia. È vero che i vaccini non sono efficaci al 100%, ma le statistiche mondiali dicono che, se si vaccina almeno il 95% della popolazione, si riduce quasi a zero la trasmissione di una malattia infettiva. Quando nel 2009, con più del 95% di bambini vaccinati, le malattie infettive infantili erano quasi scomparse, ero d’accordo anch’io sul fatto che in Trentino si poteva attenuare l’obbligo vaccinale. E invece dopo il 2010 abbiamo assistito a un calo irresponsabile di vaccinati e a un inevitabile aumento dei casi di malattie.

È vero che nel mondo c’è anche qualche raro caso anomalo, ma ci sono enormi evidenze che dove non si vaccina tornano vere epidemie (difterite in Russia, pertosse in Giappone, morbillo in Gran Bretagna). Col vaccino, la mortalità per morbillo si è ridotta in 15 anni quasi dell’80% nel mondo e si sono salvate almeno 17 milioni di vite. Il vaiolo causava 5 milioni di morti all’anno. I casi di poliomielite nel mondo si erano ridotti a meno di 1000 e sembrava vicina la vittoria; ora purtroppo tornano ad aumentare…

Non ultimo argomento: vaccinare ha il miglior rapporto costo/efficacia, è tra i più convenienti interventi di prevenzione (ogni euro impegnato nei vaccini “rende” alla società almeno 10 euro!).

5. Rischi. È vero che vaccinare non è esente da rischi. Si registra uno shock anafilattico ogni milione di vaccinati, ma senza casi mortali (ci sono per farmaci o per punture di insetti). Le reazioni febbrili sono solo un buon sintomo che l’organismo reagisce bene: vaccinare è provocare una reazione anticorpale, come in natura, ma con rischi gravi almeno 1000 volte inferiori. Non è vero che questi rischi “sono tenuti nascosti”…

6. Immunità. È vero che un neonato, se ha 4-5 infezioni, sviluppa anticorpi verso ognuna di esse in modo ormai ben studiato: ha geni adeguati per rispondere a migliaia di singoli antigeni. Nessun problema per i sei vaccini in unica fiala! Si vaccina dopo i due mesi di vita perché non interferiscano anticorpi materni e perché entro i 6-12 mesi ogni bambino sia ben protetto da infezioni pesanti. Nel primo anno di vita il figlio è poco protetto contro la pertosse: pertanto si consiglia un vaccino antipertosse in gravidanza. Vaccinare è un intervento “secondo natura”: anziché attendere il contagio, si copia quel che avviene in natura, dando gli stessi antigeni e stimolando così nel bambino gli stessi anticorpi. È vero che possono essere a più basso livello e ridursi col tempo; per certi vaccini si raccomandano dei richiami. Ad esempio, per il tetano si raccomanda un richiamo ogni 10 anni. Nel calendario vaccinale sono previsti i richiami nei primi 15 anni.

7. Altri ingredienti. È vero che in qualche vaccino, per conservarlo efficace, vi sono tracce di elementi (alluminio, ad es.), ma in quantità minimale: nei cibi, nei prodotti estetici e nell’uso quotidiano ne assorbiamo in quantità molto maggiori… I controlli garantiscono che mai si sono registrati danni per il bambino. Dal 2002 non si usa più mercurio. I vaccini sono sempre più purificati: venti vaccini contengono oggi 200 volte meno antigeni rispetto ai sette vaccini di trent’anni fa.

8. Più salute nei non vaccinati? È vero che sono più sani! (e l’ho scritto più volte). Più sani perché più del 90% dei coetanei è vaccinato e perché in famiglia cibi e ambiente sono più “naturali”. Impossibile fare confronti seri tra loro e il resto della popolazione.

9. Diritto. È vero che la legge impone un obbligo, ma non è “malata, ingiusta, anticostituzionale”… La Corte costituzionale ha stabilito che i vaccini non sono trattamento coattivo, anche se contro la volontà dei genitori… La potestà dei genitori ha un limite nel diritto alla salute dei bambini. Non si può ignorare il diritto degli altri, anche di quelli che non possono essere vaccinati. Il diritto alla scuola è garantito all’individuo; quello alla salute è anche “nell’interesse della collettività”!! Ricordiamo che a Monza un bambino immunodepresso è morto per morbillo. Il caso dei morti di Disneyland ha fatto dire ai giudici che “non si prevede la libertà di nuocere ad altri nell’esercizio delle proprie libertà”, per cui “è illegittima la scelta dei genitori di non vaccinare i figli per ragioni ideologiche”. Anche loro hanno sancito il veto alla frequenza scolastica a bambini non vaccinati. Contagio può esserci non solo a scuola ma per strada o al parco giochi…

10. Comunicazione e dialogo. Su questo tema la mia esperienza è deludente… Mi dicono: “Abbiamo già deciso, non ci fidiamo di nessuno, ci sono complotti e danni che voi ci nascondete… Punto!”. Poi scrivono che molti lasceranno l’Italia, che non mettono al mondo figli, che l’Italia considera “scarto” il loro figlio…

Non si fidano del pediatra e delle Società scientifiche, neanche di quelle che combattono gli interessi privati (come l’ACP) e nemmeno di Medici senza Frontiere che dice: “non bastano igiene e acqua pulita: occorre vaccinare!”. La prevenzione primaria è fondamentale! Pare però che per stimolare i vaccini occorrano i morti, come in Toscana per la meningite o in Italia nel 2003 per un’epidemia di morbillo con 8 morti…

Vaccinare è un atto di amore, fa parte di una cultura centrata sul benessere delle future generazioni.

Una estesa, aggiornata, documentata puntualizzazione scientifica su tutti i possibili dubbi di genitori ed educatori è comparsa su una seria rivista pediatrica, "Medico e Bambino" (settembre 2017). E’ disponibile sul sito www.neonatologiatrentina.it/neonatologia/articoli/.

Dino Pedrotti

dinopedrotti@libero.it

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