Nella logica del “fareassieme”

Rendere i Servizi di salute mentali luoghi più caldi e accoglienti. Offrire a chi soffre di disagio psichico un sostegno pronto, adeguato e dignitoso, in tutta Italia. Ridurre i ricoveri in quelle strutture residenziali che assomigliano spesso ai vecchi manicomi. Puntare su fiducia e speranza perché la guarigione passa spesso da questi concetti. Sono alcuni dei pilastri sui quali poggia la proposta di legge 2233, che valorizza l'esperienza di utenti e familiari, gli Ufe (Utenti e Familiari Esperti), figure nate all'interno del Servizio di salute mentale di Trento, ma diffuse oggi anche in altre zone d'Italia. Per loro si prevede un ruolo specifico al fianco di medici e operatori, un riconoscimento formale e una retribuzione. La filosofia è quella del “fareassieme”. Altri punti-chiave: proporre a utenti e familiari “patti di cura”, assistere le crisi con prontezza e umanità, stare vicini alle famiglie di chi sta male, ricercare soluzioni abitative che puntino sull’autonomia e sulle risorse degli utenti.

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