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Sanità. “Il punto nascite deve essere garantito in valli così distanti dalla città”. I sindaci delle valli di Fiemme e Fassa sono compatti nel ribadire la necessità di mantenere in vita il punto nascite dell’ospedale di Cavalese, a rischio chiusura dopo il rifiuto di quasi tutti i pediatri contattati dall’Azienda sanitaria di prestare servizio nell’nosocomio fiemmese.
Dopo la decisione di chiudere i punti nascita di Arco e Tione, un anno fa il Ministero aveva concesso una deroga a Cles e Cavalese, nonostante non raggiungessero il numero minimo di 500 parti all’anno. A Cles nel 2016 i parti sono stati 461, mentre a Cavalese 80. Compito dell’Azienda sanitaria era trovare il personale necessario per garantire il servizio 24 ore su 24. Ma ad oggi mancano i pediatri.
Il destino del punto nascita sembra, dunque, appeso ad un filo.
Questo pomeriggio i rappresentanti delle comunità incontreranno l’assessore alla sanità della Provincia Luca Zeni.
Sentiamo la procuradora della Val di Fassa Elena Testor. (ascolta qui sotto)
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