Due creature che celebrano la trascendenza

Dal 22 giugno nel nuovo e ricco itinerario museale nella parte vecchia del Magno Palazzo la scultura veronese del Trecento, esposta dopo l’accurato restauro

L’antica architettura vive, survive, in un certo senso, si “rinnova”: e viene a costituire l’ambiente adatto per ospitare, a sua volta, opere d’arte, che richiedono un’ambientazione che le valorizzi e l’opportunità di poter rivelare assieme alla bellezza l’espressività.

Il magnifico e poderoso Castello del Buonconsiglio di Trento è sempre stato in vena di novità e di accoglienze. Così, non meraviglia, anzi entusiasma che dal 22 giugno 2018 esso possa ospitare – in un nuovo e ricco itinerario museale nella parte vecchia del Magno Palazzo, il Castelvecchio – la Madonna in blu, scultura veronese del Trecento, già chiamata della rosa, per via dell’emblematico fiore che la Vergine trattiene nella mano destra: il manufatto va annoverato tra le belle e scarsissime testimonianze proprio delle opere lapidee trecentesche veronesi qui nel Trentino. Occorre ricordare, a questo punto, pure La Madonna Allattante, proveniente dalla cattedrale di Trento, attribuita alla creazione del “Maestro del sorriso” e custodita attualmente nel Museo Diocesano Tridentino. La Madonna, anche nelle collezioni d’arte, risulta legata al Divino e lo trasmette a chi l’ammira e la prega. La Madonna in Blu si presenta davanti a noi non come un enigma storico ed estetico da risolvere, bensì come una originarietà creaturale al “servizio” del Divino. E il contemplare il Bambino in braccio alla Madre, non può altro che aiutare il nostro cammino verso l’Eterno.

La statua della Madonna in Blu, dopo essere stata a lungo custodita nella Torre Vanga di Trento per poi essere accolta nel museo, compare adesso al pubblico, dopo gli accurati restauri realizzati dal 2016, su proposta e iniziative della Soprintendenza per i Beni Culturali, e la sua sistemazione in un nuovo percorso museale al Castello, così presentato: “Magnifici strappi di affreschi medievali mai esposti, eleganti dipinti su tavola appena restaurati, delicati manufatti in vetro… maioliche, croci a stile, ostensori, reliquari… rarissime sculture lapidee policrome… opere d’arte che verranno presentate al pubblico dopo il loro trasferimento e un attento lavoro di restauro…”.

Tornando alla statua trecentesca, essa va accolta, come spiega Laura Dal Prà, direttrice del Castello del Buonconsiglio Monumenti e Collezioni Provinciali, nell’ambito dell’iniziativa culturale “I Cammei” allestita per presentare opere artisticamente e storicamente valide, anche se, magari, un poco dimenticate vuoi dagli esperti, vuoi dal pubblico.

Per questo “cammeo” della Madonna in blu, affidato alle cure e alla competenza di Luciana Giacomelli, va ricordato che proviene dall’antico convento agostiniano di San Marco di Trento. Costituisce una rarissima opera pervenuta qui da noi, in certo qual senso un “unicum”, interessante anche per la struttura materica del marmo veronese (che il restauro ha restituito nello splendore cromatico compositivo, sia nelle parti decorate in oro, sia nella stesura originale in azzurrite, che riguarda il mantello).

La Madonna è raffigurata in postura frontale, assisa in trono, incoronata, ieratica e al tempo stesso umana, appena accennato un sorriso psicometafisico che traspare anche dal Bambino che porta sul grembo. Lei tiene una rosa in mano, Gesù un uccellino, in un simbolismo altamente allusivo.

Difficile dare una attribuzione a questa rarissima scultura in pietra policroma del Trecento veronese. Tanto più occorre valorizzare l’iniziativa che ce la fa incontrare nella nuova predisposizione nel Castello.

Con l’accurato restauro di questa Madonna con Bambino – eseguito non solo con l’intento conservativo, bensì nell’esigenza di migliorarne la espressività ed esprimerne la sacralità – compaiono cromie rinnovate, tonalità esemplari ed espressioni piene di significato: si tratta di due Creature che sembrano essere ritornate nel mondo per celebrare la trascendenza sopra l’umano potere e l’arte stessa. L’interesse per la Madonna in blu valorizza, se mai ce ne fosse bisogno, l’intera mostra nel nuovo allestimento di Castelvecchio. Nell’essere più ricca di arte, la città si trova ancora più fondata sul sacro.

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