Lo spettacolo infinito delIa natura

Il bello è lo splendore del vero per San Francesco, e secondo Goethe “i monti sono maestri silenziosi e fanno discepoli silenziosi”. Qui non resta che tacere commossi, commentava l’alpinista austriaco Hermann Buhl. Spesso ci interroghiamo su cosa sia la bellezza e dove trovarla e la natura offre con i suoi spettacoli una risposta incontestabile che filosofi, poeti, scrittori, alpinisti e amanti della montagna hanno cantato in ogni epoca. Questi ed altri aforismi, scelti dall’illustratrice e grafica Terri Maffei Gueret, accompagnano il visitatore nella scoperta del percorso espositivo “Il Mutare dell’eternità”, rassegna di 30 immagini in grande formato realizzate dal fotografo trentino Luca Chistè con tecnica fineart, inaugurata domenica 28 luglio al Centro Rainalter-Sala della Cultura di Madonna di Campiglio dove rimarrà fino al 31 agosto (Orari: 16.30-21.30, chiuso il lunedì, ingresso libero). Promosso dal Comune di Pinzolo e Tre Ville in collaborazione con Trento Film Festival e Trentino Marketing, il progetto gode del patrocinio della Fondazione Dolomiti Unesco per il suo decennale, e nasce da un’originale intuizione. “Dal gennaio 2018 al febbraio 2019 – spiega Chistè -, a Madonna di Campiglio, su una terrazza prospiciente un magnifico scorcio delle Dolomiti, è stata posta una fotocamera che ha ripreso, almeno una volta al giorno, il prodigioso mutare della natura”. Dopo un anno di riprese, con il medesimo obiettivo, angolo e profondità di campo costanti, sono state raccolte più di 3.000 immagini, in diverse ore del giorno e della notte e nel corso di tutte le stagioni, dando così in una narrazione dei diversi “abiti” che Madre Natura indossa un “ritratto” in cui l’elemento temporale suscita inevitabilmente una profonda riflessione sul senso delle cose e della vita stessa: “Questo lavoro si muove su una duplice scala temporale: la natura hai i suoi cicli, mutevole in apparenza, ma immutabile ed eterna nella sostanza se rapportata alla vita, limitata, di un essere umano. Essa ci rende partecipi di uno spettacolo infinito rispetto al quale dovremmo riconsiderare la nostra esperienza esistenziale: pensiamo di essere immortali, tanto quanto il pianeta che ci ospita, ma siamo effimeri, e l’emergenza climatica in atto suggerisce di orientare le nostre azioni a salvaguardia dell’ambiente, modificando finché siamo in tempo il nostro rapporto con la natura”. La riflessione sulla sua bellezza non può infatti essere disgiunta da quella sui cambiamenti climatici, sulle loro conseguenze e sulla necessità di un intervento radicale per bloccare un processo altrimenti irreversibile. Una cima raggiunta è il bordo di confine tra il finito e l’immenso, scrive Erri De Luca: il dialogo tra infinito e limitato, da sempre al centro di straordinarie riflessioni letterarie ed esistenzialistiche, è colto da Gueret, una delle quattro figlie della guida alpina Clemente Maffei Gueret, nell’esempio del padre: “Sapeva commuoversi davanti ad una farfalla o un tramonto colorato, e questa sua preziosa eredità ci ha trasmesso amore per la bellezza del mondo che ci ospita, facendoci maturare un forte senso di gratitudine e rispetto nei confronti della natura”. Sono dunque momenti preziosi quelli catturati nelle immagini – luci, atmosfere, colori, il rapporto fra il cielo e la terra -, che raccolte insieme come pagine di un manoscritto rivelano una visione sorprendente di meraviglie del paesaggio che forse diamo scontate, ma che occorre imparare a guardare con occhi rispettosi, traducendo il messaggio che il libro della natura contiene in azioni virtuose di tutela e protezione: “Ciò che si vede dipende da come si guarda, poiché l’osservare non è solo un ricevere o uno svelare, ma, al tempo stesso, un atto creativo” (Soren Kierkegaard).

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