Nelle foto di Ceolan il profumo delle Alpi

Dopo l’inverno e la primavera, l’estate. Sono le stagioni visitate da Albert Ceolan nel suo viaggio fotografico nella natura e nelle tradizioni dell’arco alpino. “Racconto d’estate-Eine Sommer Erzahlung” è un gesto d’amore verso la natura e verso l’essere umano. Ci sono i paesaggi alpini imponenti e talvolta anche capaci di mettere soggezione, ma anche gli uomini e le donne che abitano le terre alte, le conoscono e ne sanno trarre, da secoli, di che sostenersi. E così facendo diventano essi stessi parte di quel paesaggio che contribuiscono con il loro operato a modificare e a plasmare. In due scatti, tra i tanti, è la cifra di tutto il volume di Ceolan: il grandioso colpo d’occhio sugli antichi fondali del Luberon, il massiccio un tempo sommerso nei pressi del paese di Roussillon a pochi chilometri da Avignone, in Francia, dove, a guardare bene, si scorgono, nell'angolo in basso a destra, due figure umane (davvero, “Solo un soffio è ogni uomo che vive”, come recita il Salmo 38, di fronte al tempo geologico); e la sinuosa discesa a valle di un gruppo di mucche in val di Breguzzo, accompagnate dai due pastori, uno del posto, a giudicare dal cappello di feltro verde, e l’altro di colore, sintesi mirabile di come un’attività tradizionale abbia oggi bisogno di aprirsi al nuovo, per continuare. Ma occorre guardarle bene, le immagini di Ceolan, non limitarsi a sfogliare… “Ho fotografato per non dimenticare. Per non smettere di guardare”, è anche l’invito che Ceolan stesso, citando lo scrittore Daniel Pennac, rivolge al lettore. “Quante volte guardiamo male o non guardiamo affatto quello che ogni stagione ci mette a disposizione”, scrive nella sua introduzione. E guardando bene Ceolan riesce a imbastire un racconto suggestivo e convincente anche se l’estate, confessa, è la stagione che lui non ama particolarmente. Eppure… qualcosa è scattato: sono stati i profumi dell’estate, a volte lievi a volte intensi, a provocare la creatività dell’artista: “I profumi non si fotografano; invece sono questi ultimi che possono solleticare la mia attenzione… la fotografia è il risultato di un’attenzione, di una considerazione anche improvvisa destata da un odore o profumo che sia”.

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