Ad un bivio del cammino europeo

Dai settimanali cattolici riuniti a convegno una spinta a rilanciare la tensione unitaria

Il voto del 26 maggio presenta un bivio: avanzare verso un’Europa politica unita oppure – per dirla col vescovo di Faenza, Mario Toso – “regredire a coacervo di Stati nazionali che vorrebbero essere forti come se l’Europa fosse unità”. Dalla tre giorni su “I colori dell’Europa” i direttori dei 160 settimanali cattolici italiani hanno lanciato un richiamo a cogliere il rinnovo del Parlamento come opportunità decisiva: sia per i cittadini consapevolizzati su un’Europa utile e necessaria, “non patinata” o “addirittura nemica”; sia per i comunicatori dall’ideale europeo come Antonio Megalizzi, più volte citato nel convegno tenutosi a Faenza e Forlì. Una consapevolezza che parte dal recupero dei valori con cui i Padri fondatori hanno lanciato l’Europa:“C’è un deficit di memoria storica”, secondo mons. Gianni Ambrosio, vescovo di Piacenza, vicepresidente Comece che riprende Romano Guardini quando dice che “la pluralità delle radici europee ha favorito una unità di base”.

“L’Unione europea è un cantiere aperto, una casa in costruzione. Dal punto di vista politico dobbiamo capire come vogliamo costruirla, sulla roccia o sulla sabbia”, ha sintetizzato il giornalista Gianni Borsa, corrispondente del Sir da Bruxelles e Strasburgo, che ha sottolineato l’esigenza di un’Unione europea “più coesa, più vicina, più ‘leggera’, più utile”. Tra i nodi elencati quelli della necessità di “più integrazione economica con regole comuni”, di una “vera e libera concorrenza”, di un’“economia che crea ricchezza ma essendo sostenibile dal punto di vista ambientale”, di un’“armonizzazione fiscale”, dell’“unione bancaria”. E poi l’importanza che venga messo in piedi “un vero pilastro sociale”, per avere “eguali diritti in tutta Europa” che va accompagnata dal “riconoscere che abbiamo uno stato sciale mediamente funzionante nei diversi Paesi Ue mentre in due terzi del mondo non esiste”. Inoltre “le istituzioni politiche dell’Ue vanno riformate con progetti, un passo alla volta. Abbiamo bisogno di istituzioni più efficaci, che producono risultati utili per noi cittadini”. Altri temi affrontati che costituiscono aspetti sui quali l’Ue sarà messa alla prova sono una “vera politica estera comune”, l’“allargamento fatto con calma, con attenzione alle regole”, l’“invecchiamento demografico e il sostegno alla natalità per invertire la rotta di una ‘Europa nonna’”, le “pressioni migratorie” che rendono necessaria “la creazione di una politica migratoria europea che al momento non c’è”, i nazionalismi. “Abbiamo bisogno di un vero senso della cittadinanza europea, non ci sarà Europa senza questo”, ha concluso Borsa.“Ora più di sempre abbiamo bisogno dell’integrazione europea”, ha scandito Giuliana Laschi, docente di storia all’università di Bologna: “Cosa ci aspetta come alternativa? Qualcuno ha davvero l’illusione che l’Italia sia il centro del mondo?”.

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