“Ecco le idee che porteremo a Roma”

Nei collegi elettorali di Trento e Valsugana al voto per mandare due deputati in Parlamento, al posto di Fugatti e Zanotelli

Contestualmente alle elezioni europee, domenica 26 maggio si terranno le elezioni politiche suppletive nei collegi elettorali uninominali Trentino-Alto Adige 4 e 6.

Nel collegio 4 (che comprende Trento, Rotaliana, Valli di Non e Sole, Paganella, Valle dei Laghi e Cembra) si vota per eleggere un deputato per il seggio lasciato vacante da Giulia Zanotelli, dimessasi per incompatibilità dopo la nomina ad assessore all’Agricoltura della Provincia Autonoma di Trento. Tre i candidati: Giulia Merlo, classe 1988, del Pd per la coalizione di centro-sinistra Alleanza Democratica Autonomista, composta da Partito Democratico, Futura, Liberi e Uguali, Verdi, Partito Socialista e Unione per il Trentino; la consigliera comunale della Lega Martina Loss, nata nel 1975, corre con il sostegno dalla coalizione di centro-destra; il Movimento 5 Stelle schiera il dottore forestale Lorenzo Leoni, classe 1957.

Nel collegio 6 (che comprende Primiero, Tesino, Fiemme e Fassa) si vota per eleggere un deputato per il seggio lasciato vacante da Maurizio Fugatti, dimessosi per incompatibilità dopo l’elezione come Presidente della Provincia. Per la coalizione di centro-sinistra Alleanza Democratica Autonomista la candidata è l’ex procuradora ladina Cristina Donei, classe 1956; il centro-destra lancia l’ex consigliere della Lega nel Comune di Ospedaletto Mauro Sutto, classe 1980; Rosa Michela Rizzi, classe 1969, è la candidata del Movimento 5 Stelle.

Collegio 4 – Trento, Rotaliana, Valli di Non e Sole, Paganella, Valle dei Laghi e Cembra

Giulia Merlo

1) Mentre l’orizzonte politico, sia interno che internazionale, si complica, le forze politiche presenti sulla scena italiana sembrano incapaci di trovare una bussola che indichi la direzione di marcia. Concorda con questo giudizio? Lei che direzione vorrebbe prendesse il nostro Paese?

Io vorrei che il paese tornasse a scegliere la strada del dialogo, in particolare in Europa. Non è alzando muri che si esce dalla crisi: da sola, l’Italia non è né sarà in grado di vincere le sfide del domani. Solo tornando ad essere una voce forte e riconosciuta potremo trasformare l’Unione europea in un’Europa non solo delle economie, ma anche dei popoli.

2) Qual è la prima urgenza nel suo collegio elettorale?

Il mio collegio ha una parte urbana, legata alla città di Trento, e una di valle. L’urgenza è la stessa, però: far tornare il Trentino crocevia di cultura, ma anche di opportunità di lavoro e di sviluppo per tutti, mettendo a frutto le nostre peculiarità territoriali.

3) Un impegno che si sente di prendere che, se eletto, cercherà di conseguire a tutti i costi?

La battaglia della mia generazione è quella in difesa dell’ambiente. Io mi impegnerò perché si mettano in campo risposte, anche su scala nazionale, al problema globale del cambiamento climatico e si scelga di investire in particolare sulla green economy.

4) Di fronte ai nuovi bisogni sociali, quali azioni intraprendere per rispondere ai più deboli?

Viviamo in un’epoca di crisi di valori: la solidarietà va rimessa al centro, insieme a una maggiore difesa dello stato sociale. Per questo servono maggiori tutele per il lavoro, più aiuti alle famiglie e, soprattutto, investimenti pubblici in istruzione. Si deve ripartire dalla comunità.

5) Una domanda personale: ha accettato di candidarsi perché…

…perché se si vuole cambiare qualcosa bisogna essere pronti a mettersi in gioco in prima persona. Credo nel progetto di un centrosinistra unito come alternativa culturale alle destre e per questo ho accettato di mettere a disposizione la mia competenza, ma anche il mio entusiasmo.

Martina Loss

1) Mentre l’orizzonte politico, sia interno che internazionale, si complica, le forze politiche presenti sulla scena italiana sembrano incapaci di trovare una bussola che indichi la direzione di marcia. Concorda con questo giudizio? Lei che direzione vorrebbe prendesse il nostro Paese?

L’impegno politico parlamentare preso è  proprio quello di dare risposta a questi interrogativi, di modo che la persona percepisca la realtà intera e non si fissi su un opinione data da informazione gestita dai partiti e dai media. La prima cosa da fare è  contribuire nel mio incarico, non solo in aula, ma in quel ruolo di parlamentare che con sommo impegno e assieme voglia di riuscita si adopera per fare chiarezza ed evitare il peggioramento stesso di questa situazione (posto che questa mancanza di direzione che si cita davvero esista).

2) Qual è la prima urgenza nel suo collegio elettorale?

Ce ne sono tre a pari merito, la prima è la crescita lavorativa, attraverso la comprensione dello sviluppo reale del territorio, che è messa al pari con la qualità della sanità e per fare queste, servono innanzitutto le infrastrutture necessarie, senza cui non c’è sviluppo.

3) Un impegno che si sente di prendere che, se eletto, cercherà di conseguire a tutti i costi?

Senza dubbio il rafforzamento dell’autonomia della nostra Regione, attraverso il potenziamento degli accordi sia con Roma che internazionali, anche come esempio per l’autonomia delle altre regioni.

4) Di fronte ai nuovi bisogni sociali, quali azioni intraprendere per rispondere ai più deboli?

Innanzitutto serve una rivisitazione completa del sistema del welfare, come hanno insegnato i grandi maestri del passato, da don Guetti a Degasperi; l’integrazione delle forze esterne al territorio può essere fatta solo se c’è forte l’identità del territorio stesso. Quindi solo se c’è una valle, un comune, una provincia pienamente consapevole del proprio ruolo e della propria storia sono poi capaci di aiutare ad integrare le persone di cui questa società ha bisogno.

5) Una domanda personale: ha accettato di candidarsi perché…

Ho iniziato il mio compito in Lega 10 anni fa da tecnico nelle istituzioni e via via ho accolto e affrontato con impegno  i ruoli che mi sono stati chiesti, credendo nel progetto portato avanti dai vari segretari. Oggi mi hanno proposto un nuovo passo di servizio per il nostro Trentino e la nostra gente e con grande responsabilità ho accettato sapendo l’impegno, se verrò eletta, che mi attende.

Lorenzo Leoni

1) Mentre l’orizzonte politico, sia interno che internazionale, si complica, le forze politiche presenti sulla scena italiana sembrano incapaci di trovare una bussola che indichi la direzione di marcia. Concorda con questo giudizio? Lei che direzione vorrebbe prendesse il nostro Paese?

Il mondo sta esplodendo. La forbice sociale sia tra paesi diversi che all’interno degli stessi si sta ampliando. La pressione sugli ecosistemi è insostenibile. La politica è in tilt, poiché basandosi sul consenso, non può sfuggire essa stessa al paradigma economico della crescita infinita. Per mitigare (non evitare) le catastrofi che si stagliano all’orizzonte servono scelte coraggiose. La direzione? La politica non deve governare con le lobby, ma deve governare le lobby. Plasmare una società sui binari della sostenibilità necessita la messa in discussione, a livello europeo, delle attuali politiche economiche irrigidite dagli assunti dell’austerità.

2) Qual è la prima urgenza nel suo collegio elettorale?

La mobilità. Raccordare periferie e centro in nome di una mobilità sostenibile. A livello provinciale ci sono buone normative che indicano la strada (Legge provinciale 30 giugno 2017, n. 6). Ci vogliono scelte coraggiose, fino a spingersi a sperimentare il trasporto pubblico gratuito (meglio, "libero", perché si utilizzano soldi pubblici), per aumentare il trasporto collettivo riassorbendo in parte l'uso delle automobili.

3) Un impegno che si sente di prendere che, se eletto, cercherà di conseguire a tutti i costi?

Ritengo prioritario intervenire su un quadro normativo ad oggi nettamente favorevole alle grandi infrastrutture stradali. Se si decide di fare un’autostrada in nome di una presunta priorità collettiva (vedi Valdastico), le norme comprimono le proprietà pubbliche e private per permetterne il passaggio. Se un piano agricolo di Valle periferica (es. Val di Sole), indica nell’estrema frammentazione delle proprietà l’ostacolo principale alla realizzazione di un comparto produttivo che affranchi le giovani generazioni dall’esodo verso il centro (abbandono delle valli), solamente enormi investimenti e un nuovo quadro normativo possono “convincere” i vari proprietari ad unirsi per raggiungere un obiettivo comune ed ambizioso.

4) Di fronte ai nuovi bisogni sociali, quali azioni intraprendere per rispondere ai più deboli?

I nostri primi provvedimenti governativi sono nitidamente in sostegno dei più deboli. Reddito di cittadinanza (sostegno alla povertà, reintroduzione al lavoro, centri per l'occupazione all'avanguardia); decreto dignità per stabilizzare il lavoro e dare fiducia e coraggio ai giovani.

5) Una domanda personale: ha accettato di candidarsi perché…

…come "vecchio attivista" ho accettato per uno spirito di servizio,per rafforzare la comunità dei "grillini" e per far convogliare nuovi cittadini nell'alveo della rivoluzione "dolce", che come giovane forza politica abbiamo da relativamente poco tempo intrapreso.

Collegio 6 – Primiero, Tesino, Fiemme e Fassa

Cristina Donei

1) Mentre l’orizzonte politico, sia interno che internazionale, si complica, le forze politiche presenti sulla scena italiana sembrano incapaci di trovare una bussola che indichi la direzione di marcia. Concorda con questo giudizio? Lei che direzione vorrebbe prendesse il nostro Paese?

Il Governo in carica è frutto di un “matrimonio di interesse” tra sovranismo nazionalista e populismo. Il Paese rischia la deriva: si sta isolando in Europa;  indebita le future generazioni; diventa sempre più diviso, rancoroso, impaurito. Dobbiamo tornare a sentirci un grande Paese Europeo, aperto, solidale, fiducioso. Meglio dare ascolto a Papa Francesco più che ai Ministri che alternano le foto con i mitra a quelle un po’ sacrileghe con il Santo Rosario…

2) Qual è la prima urgenza nel suo collegio elettorale?

Dare forza alla vocazione dei territori. Il Collegio abbraccia le Dolomiti, montagne bellissime e valli operose. Ci vivono le tre nostre minoranze linguistiche. Custodisce i segni drammatici della Grande Guerra (frutto di quel Nazionalismo che oggi si vorrebbe riproporre) e assieme i segni del sogno europeo, come la casa natale di Degasperi. È la porta naturale del Trentino verso Nord Est. Ma per sviluppare le nostre potenzialità l’urgenza è la vivibilità e la sostenibilità.

3) Un impegno che si sente di prendere che, se eletto, cercherà di conseguire a tutti i costi?

Con semplicità e concretezza, lavorerei innanzitutto per difendere e promuovere la nostra Speciale Autonomia. Che non è solo un grande apparato amministrativo: è in primo luogo una Comunità Autonoma che deve rigenerare la sua anima solidale e la sua cifra di umanità condivisa..

4) Di fronte ai nuovi bisogni sociali, quali azioni intraprendere per rispondere ai più deboli?

Occorre fare esattamente il contrario di ciò che il Governo ha annunciato. Bisogna puntare su un nuovo Welfare più generativo e sulla riduzione delle disuguaglianze. Chi ha di più deve dare di più: altro che Flat Tax con una aliquota uguale per tutti. Bisogna puntare seriamente sul sostegno alle famiglie con figli, piuttosto che su un Reddito di Cittadinanza che privilegia i singoli. Bisogna ridurre il peso fiscale sul lavoro.

5) Una domanda personale: ha accettato di candidarsi perché…

Dopo aver riletto una scritta su di una casa “empea en lumin e no maledir el scur” (accendi un lumicino e non maledire il buio) ho deciso di accendere il mio lumicino accettando la sfida e mettermi in gioco per affermare che esiste anche un’altra politica: quella del dialogo, delle idee, della visione di un futuro e soprattutto quella dei valori della solidarietà alpina, della difesa dell’Autonomia e della democrazia partecipata.

Mauro Sutto

1) Quale direzione per il Paese?

L’orizzonte politico non solo italiano ma anche europeo attraversa una fase delicata e decisiva, sono d’accordo. Non condivido invece l’idea che le forze politiche presenti sulla scena italiana siano incapaci di trovare una bussola; soprattutto, non credo sia questo il caso della Lega guidata da Matteo Salvini, che dal tema della sicurezza a quello dell’argine ai flussi migratori fino alla flat tax ha sempre avuto idee molto chiare su come guidare l’Italia. Italia che a mio avviso dovrebbe continuare a livello governativo con la realizzazione del programma del cambiamento, perché il lavoro da fare è davvero molto.

2) L’urgenza?

Non credo che la Valsugana abbia una sola, singola urgenza da fronteggiare. Ci sono invece una serie di impegni che, da quando fui eletto nel 2015 consigliere comunale a Ospedaletto ad oggi, mi sono sempre stati a cuore e che – se gli elettori vorranno – intenderò portare avanti anche in Parlamento: la sicurezza sul territorio, l’ambiente, le politiche sociali e soprattutto l’agricoltura.

3) Un suo impegno?

Rimanere presente sul territorio. Ritengo sia un impegno fondamentale. Continuare ad essere presente in Valsugana in particolare e in Trentino in generale ritengo sia indice di serietà e attenzione agli elettori e condizione imprescindibile per poter essere davvero intermediario tra il popolo e il governo nazionale.

4) E i più deboli?

I cosiddetti nuovi bisogni sociali, in realtà, non sono nuovi. Regole chiare, sicurezza e un fisco più equo sono necessità che da sempre gli italiani avvertono come tali. Sono bisogni sociali che la Lega da sempre segue con attenzione e la gente se n’è resa conto. Proprio per questo il consenso di cui gode Matteo Salvini è così elevato: è riconosciuto come un leader concreto e di parola, come di parola si dimostra la Lega.

5) Si candida perché…

…per lo stesso motivo per cui decisi di farlo quando poi fui eletto consigliere comunale a Ospedaletto: dare voce alle istanze della gente. Mi rendo ben conto della grande diversità che corre tra un Consiglio comunale e il nostro Parlamento. Ma lo spirito sul quale, se eletto, intendo orientare il mio operato politico è lo stesso di sempre, centrato su quell’ascolto e su quella vicinanza al territorio che, non certo da oggi, sono i tratti distintivi della Lega.

Rosa Michela Rizzi

1) Mentre l’orizzonte politico, sia interno che internazionale, si complica, le forze politiche presenti sulla scena italiana sembrano incapaci di trovare una bussola che indichi la direzione di marcia. Concorda con questo giudizio? Lei che direzione vorrebbe prendesse il nostro Paese?

No, non concordo. Credo che il Movimento la direzione ce l’abbia e la veda ben chiara. Gli obiettivi sono definiti e precisi, quel che è certo è che non è semplice metterli in pratica, soprattutto con un fuoco mediatico contro. Governare con una forza diversa, se non avversa, è complicato ma è stato scritto appositamente un accordo di governo. Quanto alla direzione del Paese vorrei un domani più disteso con tutte le politiche che collaborano tra di loro per il bene dei cittadini e per il bene pubblico.

2) Qual è la prima urgenza nel suo collegio elettorale?

La prima urgenza è invertire quel processo di accentramento a Trento che hanno subito tutti i territori e nel concreto ridare servizi e vivibilità ai cittadini delle valli. Mi riferisco agli ospedali, è stato riaperto il punto nascite di Cavalese e va mantenuto, va riaperto quello dell’Ospedale di Borgo e vanno rafforzati i Pronto Soccorso ed i reparti degli Ospedali soprattutto per le urgenze. Vanno riaperte le Guardie mediche e le sezioni staccate dei Tribunali; va risolto il nodo della viabilità incrementando e costruendo trasporti su ferrovia. Bisogna permettere ai giovani di rimanere nelle valli dando incentivi alle famiglie, alle attività che rimangono in valle e alla riqualificazione del patrimonio edilizio esistente da destinare a prima casa.

3) Un impegno che si sente di prendere che, se eletto, cercherà di conseguire a tutti i costi?

Mi impegno a mettermi a disposizione di chiunque avrà bisogno o vorrà essere sentito da quelle istituzioni che non saprebbe come altrimenti raggiungere. Nel concreto vorrei lottare per tutelare la nostra più grande ricchezza ovvero l’ambiente da cui nascono le nostre possibilità di benessere e sviluppo economico che si traducono in sviluppo e ricchezza sociale e di comunità. Ad esempio, iniziare con l’obiettivo di rendere il Trentino un marchio di qualità e la provincia d’Italia ad agricoltura biologica al 100%; con il progetto “Plastic free” del Ministero dell’ambiente applicato in tutte le scuole e uffici pubblici; nel fermare l’inquinamento e l’uso dei pesticidi.

4) Di fronte ai nuovi bisogni sociali, quali azioni intraprendere per rispondere ai più deboli?

La solidarietà è uno dei principi fondanti la nostra società. Negli anni l’ho vista appannarsi a favore dell’individualismo. Nei territori di montagna la solidarietà era necessità. Per recuperarla vanno intraprese azioni di aiuto alla famiglia, di incentivi alle famiglie che vivono nei territori di montagna come le nostre valli, azioni di formazione ed istruzione dei giovani, di prevenzione seria di ogni dipendenza, la previsione di un salario minimo e riduzione delle tasse partendo dalla classe media. Oltre ad investimenti nella sanità per un serio funzionamento del servizio sanitario nazionale: ogni euro dedicato alla sanità è un investimento e non un costo.

5) Una domanda personale: ha accettato di candidarsi perché…

…perché, parafrasando con umiltà Martin Luther King “E’ sempre il momento giusto per fare quello che è giusto”, nel mio caso per migliorare la nostra società, per renderla più umana e solidale. Vorrei davvero fare qualcosa di buono per le generazioni future.

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