Disabili, la relazione cura

Le persone con disabilità non rivendicano diritti “speciali”, ma chiedono gli stessi diritti umani fondamentali di tutti gli altri cittadini. Vogliono esprimere le loro idee, senza essere più invisibili. Quando la politica promuove leggi che li riguardano ci tengono a partecipare, a essere interpellati. Partiva da queste premesse, ben sintetizzate da Giampiero Griffo, presidente di Rete Italiana Disabilità e Sviluppo, l'affollato convegno “Niente sta scritto. Persone con disabilità nel contesto globale”, organizzato dalla Fondazione Fontana onlus nell'ambito del Festival dell'Economia 2017, quest'anno incentrato sul tema “La salute disuguale”.

Griffo spiegava come in molti paesi, compresi quelli da tempo industrializzati, le leggi per l'inclusione (come può esserlo la Convenzione delle Nazioni Unite per i diritti delle persone con disabilità) esistano, ma spesso non vengono applicate.

Colpiva nel segno anche l'intervento di Piergiorgio Cattani, scrittore, studioso e giornalista trentino – è direttore del portale online unimondo.org e collaboratore di Vita Trentina -, che convive da sempre con una grave malattia degenerativa. Faceva notare con le parole del drammaturgo inglese William Shakespeare che “le persone sono rese disabili sia dalla società, sia dal proprio corpo" e ricordava inoltre come spesso l'ospedale sia ”inospitale” per chi ha una disabilità. Perché spesso si viene considerati solo malati più complicati da curare, senza ricordare le irripetibili storie di vita dietro le patologie.

Trasmetteva forza il quasi trentenne Gianluigi Rosa, atleta di punta della nazionale italiana di para ice hokey, considerato uno dei difensori più forti del mondo. Il para atleta di Lavis ha raccontato di quando ad appena 17 anni si è trovato all'improvviso senza una gamba per un incidente in moto. Importante in quel periodo è stato il sostegno di famiglia e amici per superare i momenti più duri della riabilitazione e del Centro Protesi dell'Inail a Budrio in provincia di Bologna.

“Niente sta scritto” non è solo il titolo di questo incontro, coordinato dal giornalista Paolo Ghezzi, ma anche quello di un ampio progetto culturale internazionale promosso da Fondazione Fontana e presentato in chiusura dal direttore generale Pierino Martinelli. E' un'iniziativa che vede coinvolti tra gli altri anche Piergiorgio Cattani e la portabandiera azzurra alle Paralimpiadi di Rio 2016 Martina Caironi, oro a Londra 2012 e a Rio 2016. Il progetto prevede tra le iniziative anche un documentario, ancora in fase di realizzazione.

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