Esperienza che fa crescere

Il lavoro come esperienza positiva, strumento educativo e un ricerca di una “seconda opportunità”

Il primo vagito nel 1988, dieci anni dopo lo sbarco in Trentino Alto Adige della Comunità Murialdo laddove, a Sardagna, si garantiscono accoglienza ed ergoterapia a giovani in situazioni svantaggiate. Circa trenta all’anno, bisognosi di un ambiente semiresidenziale protetto e familiare com’è Villa Rizzi con la sua dozzina di operatori professionali e una gamma di attività diurne che ne fanno un centro di socializzazione al lavoro diretto all’apprendimento professionale e alla crescita personale in un contesto di impresa sociale.

Trent’anni a servizio della persona – al centro di ogni progettualità, non solo sulla carta – che impara ad autogestirsi e ritrova un proprio margine d’autonomia. Non si contano quanti a titolo volontaristico tengono in moto la performante macchina organizzativa avviata all’interno del prestigioso immobile realizzato alle soglie del Novecento dalla famiglia di Innocenzo Rizzi. “Crediamo molto in questo tipo di sostegno”, ha risposto l’assessora alle politiche sociali, familiari e abitative del Comune di Trento, Mariachiara Franzoia, di fronte alla possibilità di “trasformare le fragilità sociali in risorse”.

A contorno della “Festa di primavera” concomitante il trentennale, la responsabile dei progetti formativi, Anita Grisenti, ha parlato di approcci in continua evoluzione prendendo a prestito il motto di San Leonardo Murialdo: “A bisogni nuovi opere nuove”. Affinare i metodi educativi, avviare processi di imprenditorialità e promuovere attività di sostenibilità sociale sono il fulcro delle attività quotidiane di Villa Rizzi. Apprezzamenti esternati dal presidente circoscrizionale Alberto Pedrotti ed echeggiati dagli assessori comunali Chiara Maule e Roberto Stanchina al termine della celebrazione eucaristica officiata nella mattinata del 26 maggio dal padre provinciale dei Giuseppini, Renzo Sibona, e da don Severino Vareschi della locale parrocchia dei Santi Filippo e Giacomo.

All’interno di Villa Rizzi il lavoro figura come “un’esperienza positiva”, uno strumento educativo e un fattore di sviluppo e di ricerca di una “seconda opportunità” che scruta l’orizzonte con occhi diversi.

Da dieci anni lo sguardo è fisso sull’agricoltura biologica certificata, a ribadire “l’importanza di relazionarsi con l’ambiente”. Almeno duecento persone hanno fatto visita al giardino delle erbe e in generale alla struttura i cui cancelli d’ingresso sono rimasti aperti dal mattino alla sera. Coltivazione, raccolta, essiccazione, trasformazione, confezionamento e vendita di erbe officinali e aromatiche: dal primo all’ultimo anello della filiera produttiva che la popolazione ha potuto osservare nel corso dei festeggiamenti.

Si tratta – ha spiegato Grisenti – di una scelta che muove da un preciso intento pedagogico: offrire agli ospiti (tra cui dieci minori stranieri non accompagnati entrati esattamente un anno fa) l’opportunità di essere protagonisti e sperimentare la responsabilità delle proprie azioni godendo dell’apprezzamento del propri sforzi da parte del consumatore finale. E il mercato si espande a macchia d’olio raggiungendo, i cosmetici, perfino Taiwan. Dal prossimo luglio la possibilità di acquistare anche ceste di orticole “Naturale & Sociale”.

Prima la terra, poi l’acqua e il sole e infine loro, i giovani con le loro mani, le grandi fatiche e i mille sorrisi. Tra natura, socialità e accoglienza, dal lavoro a Villa Rizzi scaturiscono solo prodotti che traggono valore aggiunto da ogni esperienza all’interno di un crocevia di storie personali imbevute di aspettative e progressi. E non c’è soldo che tenga.

vitaTrentina

Lascia una recensione

avatar
  Subscribe  
Notificami
vitaTrentina

I nostri eventi

vitaTrentina