La bellezza secondo Aste

L'alpinista roveretano compie gli anni il prossimo 6 gennaio: “Ogni giorno ringrazio Dio per quanto mi dona”

Il giro di boa – anzi, per l'alpinista sarebbe meglio dire il prossimo “tiro” – non arriva a Capodanno per Armando Aste, mma pochi giorni dopo, il 6 gennaio, quando compirà i formidabili 90 anni. “Spero di arrivarci perchè gli acciacchi non mancano – scherza nella sua casa di Borgo Sacco a Rovereto – ma ringrazio ogni giorno il Signore di quanto mi dona. E di avere la testa ancora lucida…”.

Si starebbe ore e ore ad ascoltarlo come narratore godibilissimo, quando ad esempio narra le tappe della prima vittoria italiana sulla nord dell’Eiger nel 1962  o i dialoghi di amicizia con altri grandi alpinisti laici come Walter Bonatti e Cesare Maestri. Lo si incontra anche nei capitoli dei suoi libri (quello più noto “Pilastri del cielo” ha raggiunto la quarta edizione), come leggenda vivente dell'alpinismo trentino nei suoi anni formidabili, ma soprattutto come grande saggio, artigiano della riflessione esistenziale.

Si schernisce quando lo ringraziamo per i suoi libri – anche l'ultimo “Nella luce dei monti”, edito da Nuovi Sentieri è da centellinare con cura – ai quali affida soprattutto il valore della testimonianza: E guarda già al prossimo, al quale ha dedicato gli ultimi mesi di ricerca iconografica: lo presenterà il 22 gennaio a Rovereto e sarà la rilettura delle stagioni di questo “operaio alpinista” come ancora si considera.

Il mondo alpinistico trentino gli ha tributato invece un omaggio caloroso nell'ultimo Festival della montagna durante la serata voluta dall'alpinista Elio Orlandi che ha presentato Armando come “ricercatore di bellezza”.

“Vedo nella bellezza delle montagne – ha detto sul palco dell'Auditorium gremito – uno strumento per poter raccontare l’amore di Dio”.

Non si è sottratto ad un giudizio severo sull'alpinismo di oggi in quell'occasione pubblica: “E’ scomparsa la poesia, le motivazioni. Oggi hanno trasformato l’alpinismo in uno sport, ma non è uno sport. È un’arte. E opere d’arte sono le nuove vie, che resteranno sui monti finchè essi ci saranno, come diceva Emilio Comici”. Riconosceva poi che “non tutti possono essere artisti”, ma aggiungeva “che la montagna in modo originale e irripetibile può arricchire tutti”.

Nella riflessione dell'anziano alpinista trentino tanto ha giovato il contributo di Papa Francesco a rafforzare una visione provvidenziale della vita: “Quando sarà giunta la mia ora e mi presenterò davanti a Dio Padre – ci confidava Aste qualche mese fa – penso che non mi chiederà quante scalate ho fatto durante il tempo che mi è stato concesso. Ma vorrà sapere, anche se Lui lo sa già, se ho amato veramente, se ho fatto concretamente qualcosa per quelli meno fortunati di me”.

E allora doppi auguri Armando, per questo 2016 alle porte: “Da vecchio scout mi ricordo sempre il motto Estote Parati, che vuole dire “siate pronti!”.

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