Negli anni Venti la corsa al “carbone bianco”

Gli anni Venti del secolo scorso sono segnati dalla volontà di riavviare l'economia, dopo la ricostruzione post bellica. Nel periodo tra il 1920 e il 1930 fu così avviata in Trentino, ad opera di grandi società idroelettriche, la costruzione di importanti dighe e centrali: ne fu coinvolto tutto il corso del Noce da Cogolo a Mezzocorona, poi l’Adige a Mori, il Sarca in val Rendena, l’Avisio a Predazzo, il Rabbies in val di Rabbi, il bacino del Brenta e molti altri. in Trentino, ad opera di grandi società idroelettriche, la costruzione di importanti dighe e centrali

Giusto novant’anni fa, e precisamente il 13 gennaio 1926, a Piazze di Pinè vennero provate per la prima volta le nuove macchine della grande centrale che sfrutta le acque del lago. “In una sola notte – riporta “Strenna Trentina” – causa l’acqua uscita, il lago è calato in livello di 13 centimetri”. Quello stesso mese, il giorno 23, un’enorme stella fatta di lampadine si accendeva sulla sommità del monte Oro, per annunciare il completamento dell’ultimo tronco della galleria che alimenta la nuova centrale idroelettrica del Ponale.

La costruzione della diga che ha formato il lago delle Piazze avvenne fra il 1922 e il 1925 (in precedenza c'era uno sbarramento minore). Parte dell'acqua così raccolta alimenta la centrale idroelettrica di Pozzolago tramite delle condotte che passano attraverso il monte Ceramonte.

L'impianto del Ponale sfrutta l’acqua del lago di Ledro, fatta scendere con una galleria forzata nella roccia.

Una storia dell’industria idroelettrica in Trentino è nella fresca opera in due volumi Avremo l’energia dai fiumi: storia dell’industria idroelettrica in Trentino, a cura di Alessandro de Bertolini e Renzo Dori, edita dalla Fondazione Museo storico del Trentino.

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