Csi Trento, rinnovamento e ricambio generazionale. Intervista alla giovane presidente Gaia Tozzo

Guarda al futuro il Comitato trentino del Centro Sportivo Italiano guidato da Gaia Tozzo. Abbiamo incontrato la giovane presidente nella sede di via Madruzzo per fare il punto della situazione

Il rinnovamento ed il ricambio generazionale all’interno del Comitato di Trento del Csi, il Centro Sportivo Italiano, Gaia Tozzo li aveva portati già nel 2016 con la sua elezione a presidente, prima donna a ricoprire la prestigiosa carica a soli 35 anni di età. Ora, giunti circa a metà mandato, siamo tornati a trovarla nella vivace sede di via Madruzzo, per fare il punto della situazione partendo dai principali gli obiettivi centrati dal Csi in questi due anni.

“Guardando al programma con cui mi sono presentata gli obiettivi raggiunti sono veramente tanti, a partire dalla crescita del Csi provinciale: il numero di società affiliate è stabile ed è un buon segno, mentre è aumentato quello di tesserati, che ora sono intorno ai 10 mila. In questi anni sono incrementate anche le attività che organizziamo e contestualmente anche il nostro organico, abbiamo attivato convenzioni con istituti scolastici ed università accogliendo numerosi tirocinanti e studenti in alternanza scuola lavoro. Per noi è un momento di crescita perché lavorare a contatto con i ragazzi ci permette di 'restare sul pezzo' e contemporaneamente di seminare, sperando che questi giovani sportivi in futuro possano tornare ad incrociare la nostra strada in veste di collaboratori e volontari, di cui abbiamo sempre bisogno.

A proposito di giovani, su queste stesse pagine dopo la tua elezione raccontavi di volerli coinvolgere sempre di più nel processo organizzativo e decisionale del Csi. Ci siete riusciti?

“È un obiettivo che si è realizzato in brevissimo tempo e che mi rende contentissima, la media di età all’interno del nostro consiglio era piuttosto alta ed ora si è decisamente abbassata: è un bene perché abbiamo bisogno di freschezza ma è anche un processo impegnativo, perché i giovani sono molto dinamici, hanno molte idee ma anche molte aspettative e noi dobbiamo fare in modo di non perdere la grande motivazione che li anima, che è quella che storicamente ha fatto crescere il Csi”.

Avete lavorato molto anche rispetto all’obiettivo di portare il Csi nei più svariati contesti. Con che risultati?

“Grazie all’impegno di Giorgio Torgler, che dopo aver lasciato il Coni ha accettato di darci una mano, siamo riusciti a tornare negli oratori, con i quali condividiamo la stessa mission educativa. La convenzione attivata con l’associazione Noi ci permette di riavvicinarci alle origini del Csi, che è nato nel dopoguerra dalle attività sportive svolte proprio negli oratori. Abbiamo sempre cercato di declinare lo sport in altri contesti anche prima del mio mandato e lo stiamo facendo tuttora con progetti di vario tipo, dallo sviluppo attraverso lo sport delle soft skills richieste oggi dal mondo del lavoro fino ad un corso di comunicazione, realizzato assieme a un giovane videomaker”.

Quali sono invece i prossimi obiettivi?

“Sicuramente c’è da lavorare nella ricerca di finanziamenti, cercando di puntare su un marketing più sociale, coerente con la nostra etica, con aziende che credono nei nostri valori. Poi vogliamo sviluppare l’area per la terza età e con il nostro consulente ecclesiastico, don Daniele Laghi, stiamo pensando a una serie di gite che uniscano l’opportunità di fare del movimento a pellegrinaggi in mete di rilevanza spirituale. In generale però questo dovrà essere 'l’anno della qualità': in due anni di mandato abbiamo realizzato più di quanto pensavamo ed ora è necessario frenare e puntare sulla riorganizzazione interna, per sistematizzare la gestione e lo sviluppo delle tante attività”.

Quali progetti avete in cantiere per il prossimo futuro?

“Per quanto riguarda gli eventi sportivi basta seguire il nostro sito dove si trovano tutti gli aggiornamenti sulle gare e i campionati che organizziamo. Poi stiamo lavorando a vari progetti, come “All in, pronti alla sfida”, l’aggiornamento di quello dedicato allo sviluppo di skills trasversali citato in precedenza, con più attività sportive e formatori coinvolti. “Time out, libera uscita”, invece, punta a creare momenti di socializzazione per ragazzi disabili il venerdì sera mentre “Genitori in campo” è un progetto che ha l’obiettivo di ribaltare i ruoli, mettendo in campo padri e madri mentre i ragazzi diventeranno tifosi pressanti, per far capire loro come ci si sente. Infine “Family link”, dedicato alle famiglie separate, vuole aiutare a migliorare la comunicazione tra genitori divorziati attraverso l’attività sportiva. Ripeteremo anche le colonie estive, un settore che ci dà soddisfazione e ci permette di creare posti di lavoro per i giovani”.

Chiudiamo con un tema più generale, come vedi il movimento sportivo trentino?

“Il Trentino è una punta di diamante per un sacco di cose, compreso lo sport. Il nostro territorio si presta ad ospitare qualsiasi tipo di disciplina, ci sono un sacco di società e di atleti. Insomma lo sport qui non manca ed è molto vivo. Se devo fare una critica mi piacerebbe vedere una maggiore unità di intenti, perché lo sport dovrebbe aggregare mentre troppo spesso si creano divisioni. Io nel mio piccolo ho scelto di essere più cooperativa possibile, cercando di allacciare e consolidare rapporti di scambio e collaborazione con tutti, un sentimento che purtroppo a volte non è reciproco”.

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