Giochi fatti

Le Olimpiadi invernali 2026 si svolgeranno in Italia, tra Milano, Cortina e le Dolomiti. Il Trentino è interessato con tre sedi di gara in val di Fiemme: Predazzo (salto con gli sci e combinata nordica), Tesero (sci di fondo), Baselga di Pinè (pattinaggio velocità)

Nel febbraio 2026 per la prima volta la bandiera olimpica sventolerà in Trentino – Alto Adige. Lunedì 24 giugno, pochi minuti dopo le 18, Thomas Bach, presidente del Cio – Comitato olimpico internazionale, nello SwissTech Center di Losanna, in Svizzera, apre la busta con l’esito della votazione per l’assegnazione dei XXV Giochi olimpici invernali: l’Italia con Milano-Cortina, battendo Stoccolma-Aare per 47 voti a 34, vince di netto, al primo turno. Vent’anni dopo i Giochi invernali di Torino 2006 e a settant’anni esatti da quelli di Cortina 1956, l’Italia torna ad organizzare un’edizione delle Olimpiadi. La delegazione italiana a Losanna si lascia andare, con salti di gioia e il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, che scandisce “Italia–Italia”, trascinando tutti. Ci sono anche i presidenti delle Province autonome di Bolzano e di Trento, Arno Kompatscher e Maurizio Fugatti: delle 109 gare in programma, 45 si terranno in regione (11 in Alto Adige, ad Anterselva, 34 in Trentino, tra Baselga di Pinè, Predazzo e Tesero).

Paola Mora, presidente del Comitato Provinciale di Trento del Coni, a poche ore dall’assegnazione aveva espresso ottimismo, ritenendo la candidatura di Milano e Cortina “solida” per l’unità di intenti. Un aspetto rimarcato dal presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, presente allo SwissTech Convention Center di Losanna per dare forza alla candidatura: “Ha vinto l’Italia: un intero Paese che ha lavorato unito e compatto”, ha esultato via Twitter. Anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo messaggio trasmesso a Losanna insieme alla videopresentazione della candidatura italiana aveva insistito su questo essere insieme. Due città – Milano e Cortina – e quattro regioni (Lombardia, Veneto e le Province autonome di Trento e di Bolzano) hanno unito le loro forze per realizzare un’edizione dei Giochi memorabile, volta a favorire una maggiore cooperazione nell’ambito dell’intera macroregione alpina.

Promuovere lo sviluppo sostenibile è uno dei cinque obiettivi strategici indicati dal comitato organizzatore, accanto alla capacità di coinvolgimento, alla promozione dello spirito olimpico e paralimpico, all’affermazione delle Alpi italiane come importante polo sportivo e al rafforzamento del marchio olimpico. I Giochi 2026 puntano anche alla sostenibilità ambientale, con l’impegno a riciclare il 100% dei rifiuti urbani e l’80% degli imballaggi, il divieto di incarti e confezioni monouso per cibi e bevande e con la scelta di materiali per il mantenimento del ghiaccio con meno ammoniaca, oltre all’utilizzo di pannelli solari per l’alimentazione degli impianti per la neve artificiale.

A convincere i delegati del Cio anche la capacità organizzativa dell’Italia, testata da Expo 2015 (la cui regia era affidata proprio a Sala), e l’accento sulla sostenibilità dell’evento, in linea con l’Agenda 2020 del Cio e con la New Norm, la riforma del 2018 che rende i Giochi olimpici e Paralimpici un evento più sostenibile, flessibile ed efficiente, sia sotto il profilo operativo che finanziario, liberando al contempo più valore per le città ospitanti sull’orizzonte a lungo termine.

Il 93% degli impianti sportivi è già esistente e questo potrebbe essere risultato il fattore chiave per favorire il progetto italiano rispetto a quello degli agguerriti concorrenti Stoccolma ed Aare. I finanziamenti pubblici per migliorare gli impianti esistenti nelle sedi regionali (Tab. 14.a del dossier per la candidatura) ammontano a 698.640 euro per la Sudtirol Arenae a 585.040 euro per lo stadio Azzurri d’Italia (Biathlon e Sci di Fondo Paralimpici) ad Anterselva, a 1.590.400 euro per lo stadio per lo sci di fondo a Tesero, a 1.488.160 euro per lo stadio per il salto a Predazzo, mentre ben più oneroso è il progetto per la copertura completadello Stadio del Ghiaccio di Baselga di Pinè: 32.660.000 euro (con qualche dubbio del Cio, in sopralluogo ai primi di aprile) per farne la struttura più alta d’Europa (1.030 metri sul mare); qualche perplessità riguarda i costi di gestione a lungo termine.

Quanto ai costi di tutto l’evento, la stima è di 1,3 miliardi di euro (400 milioni a carico del Cio), con ricadute economiche positive sul Prodotto interno lordo per 2,3 miliardi secondo uno studio dell’Università La Sapienza, con possibilità di ricavi fino a 3 miliardi di euro secondo un’analisi dell’Università Bocconi. Secondo uno studio dell’Università Ca’ Foscari Venezia, l’impatto per la Regione Veneto e le Province autonome di Trento e Bolzano è di oltre 1 miliardo di euro, tra spese e investimenti, e quasi 14 mila posti di lavoro.

“Sogniamo insieme”, lo slogan di Milano Cortina 2016, si è realizzato. “Nello slogan ‘Dreaming together’ c’è già il senso di tutto: aggregare, fare sistema, cercare di tenere assieme poli, centri, geografie diverse di un Paese come l’Italia, che, più che mai, ha bisogno di collante, di qualcosa che tenga unito”, osserva Paolo Dalla Sega, docente all’Università Cattolica di Milano, consulente nella progettazione di eventi culturali e curatore del Piano culturale di Trento 2012–2020. “Mi aspetto che l’Italia davvero rialzi la testa. Mi aspetto che l’Italia tenga assieme meglio città e montagna, città e territori, si ricordi di essere Paese: sia più Italia”.

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