Moser, la storia di una grande famiglia

Palu di Giovo, il paese della dinastia dei Moser e di Gilberto Simoni
Ignazio Moser e Cecilia Simoni si sposarono nella chiesa parrocchiale di Palù di Giovo il 29 aprile del 1933. Sono anni difficili per tutti e molte famiglie per problemi finanziari, devono coltivare a mezzadria i campi di ricchi possidenti; altre emigrano in Belgio, in Francia, in Svizzera, in Germania, in America e perfino in Australia.Ignazio e Cecilia, però, scelgono di rimanere iniziando a coltivare oltre ai campi di loro proprietà anche vari appezzamenti a mezzadria nella pianura attorno a Lavis. Nelle colline di Sorni e nei terrazzamenti in località San Giorgio, papà Ignazio coltivava la vite; Aldo, primogenito, nato nel 1934, lo segue sempre nei campi per dargli una mano.Padre Claudio, quarto figlio entrato in seminario nel 1948, all’età di 10 anni e, a 25 anni, ordinato sacerdote, ricorda quando ancora bambino andava nei campi con papà; a volte capitava di mangiare anche le lucaniche rancide; mamma Cecilia risparmiava all’osso e non si permetteva di buttare nulla, perché troppe erano le bocche da sfamare. Ignazio – papà sempre presente e attento ai bisogni della sua famiglia, che per lui era tutto – svolse anche il mestiere di carpentiere in legno: era un vero maestro nella costruzione dei tetti delle case; era anche maniscalco.Nel 1938, all’età di 2 anni, scomparve la figlia terzogenita Iris. Il 22 dicembre del 1962, venne a mancare Rita, la sesta figlia in ordine di età, allora ventenne, coinvolta in un incidente stradale a Trento. Questa ulteriore prova fu dura da superare; la grande fede in Dio e l’intesa tra marito e moglie, aiutarono tutti, genitori e figli a risalire lentamente la china.

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Città del Messico, Francesco Moser impegnato nel record dell’ora – foto Remo Mosna

Anche mamma Cecilia lavorava tutto il giorno: si occupava della cura ed educazione dei 12 figli e della gestione della casa e inoltre quando era possibile, dava una mano al marito nei lavori dei campi, accudiva il bestiame e mungeva le mucche. Si dedicava anche all’allevamento dei bachi da seta ma riusciva sempre a ritagliarsi il tempo per pregare e la chiesa era come la sua seconda casa, il suo rifugio nelle difficoltà della vita. Aveva una fede incrollabile.

Mamma esemplare, ha rinunciato a se stessa, per dedicarsi anima e corpo alla famiglia e agli altri. Dal carattere schivo ma altruista per eccellenza, ha saputo amare, ha saputo donare, è sempre stata pronta ad aiutare e a tendere la mano a chi era nel bisogno, a regalare un sorriso, una carezza, una parola buona, incondizionatamente.

Aveva una grande devozione per la Madonna di Fatima e così per onorarla aveva posto a tre dei suoi figli, i nomi dei pastorelli di Fatima: Lucia, Giacinta e Francesco.

In casa Moser – lo si percepiva a pelle – regnava l’armonia; erano poveri ma ricchi dentro, perché si volevano bene e mettevano in pratica i valori trasmessi dai loro genitori: la solidarietà e il reciproco aiuto. Non mancavano i momenti di allegria; in casa, viveva insieme a loro, lo zio Valentino, fratello di Ignazio, cieco dalla nascita ma che possedeva un grande talento per la musica. Sapeva suonare l’organetto: madre natura gli aveva tolto la vista ma lo aveva dotato di un udito sopraffino.

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L’arrivo di Aldo Moser nella mitica tappa del Bondone del 1956. Sotto la sua testimonianza – foto Giorgio Rossi

Nell’anno 1964, un altro lutto colpì casa Moser: mentre stava riposando su una panchina sotto casa, si spense papà Ignazio, all’età di 67 anni, lasciando 10 figli orfani e tutto il peso della famiglia sulle spalle di mamma Cecilia.

Padre Claudio nel 1969 venne assegnato alla Parrocchia di San Leonardo di Boston USA, come assistente cappellano della comunità italiana; il figlio maggiore Aldo nel 1951, quando nasceva il fratello Francesco, iniziò la carriera ciclistica costellata di successi. Nel 1973 intraprendeva la carriera ciclistica anche Francesco, carriera strepitosa che lo porterà a diventare uno dei più grandi campioni al mondo.

Tutti i figli si sono sposati e hanno formato la loro famiglia. Mamma Cecilia rimasta sola accolse in casa la sorella Pia e assieme alla sorella Gina, ormai vedova da anni, ripresero il cammino tenendosi compagnia. Cecilia si è spenta a Palù di Giovo nel 1993, all’età di 83 anni. Ha lasciato una grande eredità spirituale ai figli e a quanti hanno avuto la fortuna di conoscerla.

 

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Francesco Moser,un grandissimo campione,un uomo per bene. Una famiglia degna di grande stima e ammirazione. Molti oggi,dovrebbero meditare su certi valori ormai scomparsi e capire perché ci siamo ridotti così.

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