Autodifesa con le arti marziali

Un semplice rossetto, le chiavi, la borsetta, il cellulare possono essere utili strumenti di difesa fisica. In tempi in cui le cronache parlano spesso di violenze, anche inaudite, sulle donne, ha avuto successo il primo corso di arti marziali di autodifesa, tenutosi a Rovereto nei mesi di marzo ed aprile. Ad organizzarlo l'Associazione sportiva dilettantistica “Amici delle Arti Marziali”, che tiene lezioni a Rovereto e Baselga di Pinè.

L'iniziativa è stata svolta in collaborazione con la Fondazione Famiglia materna di Rovereto che ha devoluto il denaro delle iscrizioni al Fondo che ha costituito di recente in favore delle donne vittime di violenza. Otto le partecipanti al corso, dalla Vallagarina, dai diciassette ai cinquant'anni, alcune delle quali avevano precedentemente subito scippi o tentativi di violenza. Un primo bilancio dell'iniziativa è stato fatto martedì scorso in conferenza stampa.

Il corso insegna anzitutto a saper gestire una situazione difficile dal punto di vista psicologico con il controllo della mente e delle emozioni. “Sono rarissimi i casi in cui l'aggressore attacca subito fisicamente”, spiega lo psicologo Walter Boschi, dell'Associazione “Amici delle Arti Marziali”. “Prima si innesca un rituale, visivo e verbale, con un linguaggio denigratorio volto a spaventare la vittima, poi magari si passa alle spinte”.

Alle partecipanti si insegna ad evitare l'escalation della situazione aggressiva. Se non ci si riesce si passa allora alla difesa fisica, colpendo l'aggressore in alcuni punti delicati del corpo con oggetti di uso quotidiano. Anche una rivista arrotolata può essere un'arma efficace, il bordo composto dalle pagine di cellulosa è tagliente. “L'arte che insegniamo, chiamata WingTsun e nata in Cina, è un'efficace sistema di difesa, completo, che viene utilizzato anche dalla polizia e dai militari”, dice il presidente dell'associazione, Remo Anesin. Nella legittima difesa è inoltre importante il concetto di proporzionalità. “L'aggredito non può rispondere in maniera esagerata”, afferma la dott.ssa Stefania Franchini, che ha tenuto una lezione di diritto sulla legittima difesa.

Attualmente il Fondo in favore delle donne vittime di violenza, rivolto a tutto il Trentino e costituito in novembre, ha raccolto 10 mila euro. Il deposito è presso la Cassa rurale di Rovereto. “Si possono fare donazioni anche tramite bancomat allo sportello”, ricorda Paola Giudici, della Famiglia materna. Visto il successo del corso si pensa di ripeterlo in autunno.

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