La “Stela” e i suoi cantori in valle dei Mòcheni

La Canta de la Stela
La tradizione della Stella, in passato diffusa un po’ su tutto l’arco alpino, è ben radicata in valle dei Mòcheni, dove anche quest’anno gli “stelàri” dei paesi di Palù del Fersina e di Fierozzo hanno intonato i canti epifanici maso per maso. Il rito coinvolge giovani, i coscritti, i coristi dei due paesi, bambini, appassionati, oltre che gli abitanti che attendono l’arrivo dei cantori.

Di casa in casa, gli stelàri ricordano l’annuncio della nascita di Gesù e l’adorazione dei Magi, portando con loro l’immancabile grande Stella (“Stela”) luminosa e decorata. Dopo i canti presso le abitazioni, ricevono una bevanda calda o un dolce, oltre ad un’offerta che viene devoluta alla parrocchia per le Messe in suffragio delle anime dei defunti, e per le necessità della Chiesa. Lungo il percorso, i cantori intonano il canto Puer natus anche davanti alla chiesa di paese, a capitelli e a croci.

La tradizione è particolarmente suggestiva, in quanto rimasta intatta rispetto a contaminazioni consumistiche o spettacolari.

A Palù del Fersina, il rito della “Stela” si svolge la sera dell’ultimo giorno dell’anno, del primo di gennaio, e il giorno dell’Epifania. All’Epifania il gruppo va casa per casa in tutto il paese; nei due appuntamenti precedenti invece gli stelàri visitano una metà del paese il 31 dicembre, l’altra metà il giorno seguente. Ogni abitazione riceve dunque la visita degli stelàri due volte. Le canzoni intonate sono sette: Puer natus, Per tua somma clemenza, Tre re, Dolce felice notte, Iddio è benedetto, L’unico figlio, Oggi è quel giorno santo.

A Fierozzo, le serate dedicate alla tradizione della “Stela” sono due, il primo giorno dell’anno e l’Epifania. Il canto classico è il “Noi siamo i tre re”; nelle famiglie dove ci sono o ci sono stati stelàri, spesso si canta anche il Puer natus e, a richiesta, l’“Orsù innalziamo un canto”. Negli anni passati, a Fierozzo San Felice si svolgeva anche la tradizione prenatalizia delle Hèrpèrger, grazie a giovani ragazze non sposate, membre dell’associazione giovanile femminile cattolica Le figlie di Maria. Le ragazze intonavano il canto Bethlehem hörst presso le abitazioni delle compagne, a cui seguiva un momento di preghiera.

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