Conosciamo bene lo stile leggero, simpatico, candido e apparentemente ingenuo, con cui Vivian Lamarque scrive le sue storie per i bambini. Sono storie brevi e ricche di fantasia in cui bimbi e animali si contendono il ruolo di protagonisti. Anche in quelle della sua ultima raccolta “Animaletti, vi amo” (Vivian Lamarque con le illustrazini di Matteo Arosio – Solferino Young – età +5). Si tratta di piccole narrazioni ironiche, dolci e divertenti, come quella della gallina che non sapeva fare le uova, o quella del maialino che piangeva su un camion, o quella dell’asinello che un asinello non era. La famosa poetessa, nata a Tesero nel 1946, è molto conosciuta per il suo modo di scrivere sottile e ammiccante. L’infanzia è al centro di tutta la sua produzione, delle sue poesie per gli adulti e delle sue storie per i piccoli. Fantasia, ingenuità, sottigliezza di pensiero, apprezzamento della schiettezza dei piccoli e grande amore per gli animali sono gli elementi di tutte le sue storie. Storie brevi, quasi dei flash che da una parte accendono l’immaginazione dei giovani lettori, e, al contempo, dall’altra, puntano un faro direttamente su un problema, su qualcosa che non funziona nel rapporto uomini/animali (per esempio lo sfruttamento intensivo degli allevamenti) o su una stortura della società contemporanea (come l’emarginazione dei più deboli). E mentre racconta questo ai bambini (gli unici, secondo lei, capaci di vederci veramente chiaro nell’odierno marasma generale), lancia frecciate agli adulti. Non mancano piccoli insegnamenti, anche espliciti, che non disturbano, però, la piacevolezza della lettura: è come quando una nonna racconta una storia e qua e là ci mette un suo breve commento. Bonaria è la sua critica come aperto e divertito è il sorriso che si apre sul volto di chi legge, perché gli animaletti di cui racconta, sono un po’ buffi, impacciati e imprevedibili nel loro contatto con i bambini. Tutte le storie di Vivian Lamarque, e queste non fanno eccezione, parlano ai bambini e di bambini e ricordano loro che il mondo non è così semplice e lineare come a volte si vuol far loro credere.