Cloz rende grazie a Fratel Remo e al carisma educativo dei Marianisti

Fratel Remo Franch sulla cima Polluce, sulla quale aveva spesso accompagnato i suoi allievi.

Sabato scorso il cimitero di Cloz ha accolto l’urna con le ceneri di fratel Remo Franch, l’ultimo dei religiosi Marianisti originari del paese. È morto il 6 aprile scorso a Pallanza all’età di 94 anni – 76 di professione religiosa – ed ha sempre tenuto i rapporti con i suoi parenti e con la sua comunità di origine.

Nella breve celebrazione guidata dal parroco padre Placido Pircali si è ricordata la figura esemplare di questo religioso che ha dedicato la sua intera esistenza all’educazione, alla formazione dei giovani ed alla promozione umana insieme ad altri confratelli trentini impegnati in Italia e nei Paesi in via di sviluppo.

Può essere significativo ripercorrere i rapporti fra il Trentino e la Società di Maria (fondata dal Beato francese Giuseppe Guglielmo Chaminade a metà del 1700) anche attraverso la vita di fratel Remo, nato il 3 febbraio 1926 e rimasto orfano a soli 3 anni dalla madre, colpita dal tifo. A 11 anni aveva seguito lo zio Arcangelo, religioso Marianista, chiamato all’insegnamento in lettere classiche presso il Collegio S.Maria di Roma. Favorito anche dall’esempio di altri compaesani, dopo le elementari entrò nel Collegio marianista di Pallanza fino al termine del Liceo. Scelse poi i voti definitivi nella Società di Maria; a Roma fece l’educatore degli alunni convittori mentre frequentava l’università e si laureò in Lettere moderne all’università “La Sapienza”. Perfezionò la lingua a Parigi e fu chiamato a dirigere lo Scolasticato degli allievi marianisti a Pallanza.

A fine anni Sessanta lo troviamo nel servizio educativo in una Torino trasformata dal boom economico e dall’arrivo di immigrati: quando Mons. Michele Enriore, dinamico presidente dell’Istituto Torino Chiese, diventa parroco nella borgata Parella e decide di affidare ai Marianisti la nuova scuola materna e la scuola media, Franch viene scelto come preside: “Pagine scritte a lume di Vangelo – scriverà un cronista – nella fedeltà di un quotidiano duro, tra pile di quaderni da correggere, piatti da cucinare e da lavare e il canto dei salmi dalle prime ore del giorno: “Apri, Signore, la mia bocca”. D’estate la scuola fa le valigie per Extrapieraz (Valle d’Aosta) per continuare tra l’aria fresca dei monti, a salire come camosci sulle cime dello Zerbion, del Testa Grigia, mentre i polmoni più ossigenati tentavano il Castore e Polluce. Marianisti a tempo pieno, d’estate e d’inverno, con programmi più spediti del tempo, attenti al ritmo impresso dal loro Fondatore: “Siate figli del vostro tempo”… ”Vivete il tempo quotidiano” … fedeli al contratto di lavoro con Gesù e la Vergine Santa”.

Nel 30° di fondazione, quando l’istituto scolastico contava già 1630 ex alunni, il parroco mons. Enriore ringraziò il Signore per quel “colpo di testa” (costruire la scuola) e per la scelta di fratel Remo: “pieno di vita, di buona volontà, e soprattutto di fede, devoto della Madonna – lo descrisse – era il tipo tagliato apposta per la nostra scuola Madonna della Divina Provvidenza. A pieni voti Remo Franch ha corrisposto alla sua vocazione di religioso marianista e di educatore di giovani. La sua scorza sembrava dura, esigente, ma dentro il Preside c’è un cuore di papà, di educatore, di responsabile davanti ai genitori per la crescita umana e cristiana dei figli”.

Va segnalato fra parentesi, il modello innovativo con cui si gestiva la scuola (non c’erano ancora lì istituti statali): la Parrocchia metteva a disposizione gratuitamente lo stabile, il Preside con gli insegnanti gestiva l’aspetto educativo e didattico e la parte economica era autogestita in capo ad un consiglio di delegati composto dai genitori degli alunni”.

Dopo trent’anni di direzione nel commiato Franch scrisse: “Ringrazio il Signore per quanto ho ricevuto: mi avete aiutato a vivere la mia vocazione; sì, i vostri problemi, le vostre giovanili incertezze, l’amicizia con Voi e con i vostri Genitori hanno irrobustito la mia vocazione alla vita consacrata per i giovani, per la scuola. La vostra giovinezza, ogni giorno, mi ha “caricato” di sempre nuove motivazioni… So che la mia partenza dalla Scuola reca tristezza… ma il religioso è l’uomo dell’ubbidienza e così voglio essere anch’io…”. Fratel Remo si era molto legato al quartiere popolare Borgata Parella, con il gruppo Alpini e la Bocciofila, in una realtà sociale umile e popolare .

Anche a Pallanza, dove trascorse gli ultimi anni con i confratelli testimoniando la fedeltà ed il Servizio alla Missione marianista, La sua presenza aveva la caratteristica di diffondere serenità ed era occasione di incontro e di gioia per tutta la Comunità e per i suoi familiari. I grandi ideali, la grande motivazione, la sensibilità verso gli altri, il suo grande cuore lo renderanno costantemente impegnato fino all’ultimo periodo fino a quando le forze non lo abbandoneranno. Tra gli altri religiosi marianisti la comunità ricorda fr. Arcangelo Rizzi (insegnante), Fr.Remigio Franch (maestro), Fr. Fedele Zuech (cuoco), padre Oreste Franch (sacerdote) che hanno prestato la loro opera a Roma nel Collegio S.Maria.

Altri trentini hanno contribuito generosamente con la loro vita, impegnati in molteplici ruoli nella missione Marianista; Fr. Achille Bertagnolli, P. Alfonso Santorum, P. Antonio Miorelli, P. Folgarait, Fr. Titta,…

Ed ancora oggi altri Marianisti, originari del basso Trentino, sono impegnati in attività di promozione religiosa, culturale ed umana da tanti anni in paesi di missione; occorre ricordare Fr. Bruno Galas responsabile di un grande istituto scolastico a Quito in Equador; P. Remo Segalla è in una parrocchia nei quartieri più poveri di Bogotà in Colombia; Fr. Luciano Levri da decenni impegnato a Lezhe in Albania nel riscatto culturale ed umano dei rom. È importante che la comunità trentina riconosca il servizio passato e ancora attuale in tutti i continenti di questi religiosi che hanno donato l’intera vita, sia per un dovere di gratitudine che per una necessità educativa, di orientamento anche per le nuove generazioni.

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