Comboniane alla periferia d’Europa

Una piccola comunità di suore comboniane nel Portogallo in difficoltà presta assistenza ai migranti. La testimonianza di suor Mariangela Seregni

Nel Portogallo che sta vivendo un periodo di grosse difficoltà economiche appare significativo il ruolo che svolge una piccola comunità di suore comboniane. E’ una situazione socio-politica, quella portoghese, che si iscrive nel quadro di questo tempo di grandi preoccupazioni a partire dalle condizioni reali di vita di tanta gente più sguarnita di fronte alle difficoltà quotidiane, ma anche di tentativi di assumere le difficoltà per superarle.

Ne abbiamo parlato con suor Mariangela Seregni, comboniana, che vive con altre sette sorelle (3 portoghesi, 2 spagnole, 1 messicana e un’altra italiana) a Camarate, alla periferia di Lisbona. “Di fronte ai difficilissimi problemi sociali vi è la sollecitudine di molti, il più delle volte discreta, ma sempre incisiva, diligente anche se incompleta”.

E’ il segno che davanti a gravi situazioni che coinvolgono individui e famiglie ci sono persone che anziché richiudersi a riccio in difesa della propria piccola realtà cercano di aprirsi e di essere attenti ai bisogni del vicino che è in grave travaglio. E’ sorprendente la testimonianza di questa suora che negli anni scorsi ha soggiornato per qualche periodo a Trento, perché l’atteggiamento di fondo del suo operare – suo e delle sue consorelle – è improntato a un sostanziale ottimismo. Come dire che le difficoltà ci sono e talora appaiono soverchianti o addirittura insormontabili ma l’importante è saperle affrontare con spirito costruttivo. L’incontro quotidiano con gli immigrati, ma pure con le numerose famiglie portoghesi della periferia dimenticata, è un costante richiamo alla sobrietà e al sapersi mettere a disposizione degli altri, senza alcuna presunzione, “facendo il bene con tutta la nostra buona volontà”.

La vicinanza a Gibilterra e al Marocco fa del Portogallo quasi un naturale trampolino dall’Africa all’Europa per molta gente che scappa da situazioni di conflitto o semplicemente cerca migliori condizioni di vita. Può apparire paradossale, ma questa piccola comunità di suore si pone come un segno di testimonianza per la sensibilità e l’accoglienza che sanno accordare. Che poi, alla fine forse si sa che le possibilità concrete sono poche però, alle volte – è questo il senso della testimonianza di suor Mariangela – basta anche una parola di incoraggiamento, un sorriso, un atteggiamento di comprensione e di accoglienza per dare un senso a una giornata particolare e infondere coraggio. Non è importante dove si vive, ma come si vive – vuole dirci – dando un significato ai giorni nel segno dell’apertura e della condivisione. E’ un messaggio semplice, chiaro, disarmante.

E’ quel che vivono queste suore in una zona periferica, di frontiera, tra continenti che devono per forza guardarsi in faccia, parlarsi, non ignorarsi, osserva, con l’ottimismo che le deriva anche dalla fede, suor Mariangela.

vitaTrentina

Lascia una recensione

avatar
  Subscribe  
Notificami
vitaTrentina

I nostri eventi

vitaTrentina