Down in hotel senza finzioni

Anche le persone con la sindrome di Down possono trovare un lavoro per realizzarsi e sentirsi apprezzate.

E’ questo il messaggio positivo che si percepisce all’istante guardando Hotel a 6 stelle, la docu-fiction in 6 puntate, in onda tutti i lunedì su Raitre alle 23.10, fino al 24 marzo.

Il programma racconta l’esperienza di 6 ragazzi di età compresa tra i 19 e i 31 anni, con sindrome di Down, che sono coinvolti in un tirocinio presso un hotel extralusso a Roma.

I protagonisti stanno apprendendo una specifica mansione del mondo alberghiero, assegnata in base alle diverse attitudini. Più precisamente Nicolas si occupa del ricevimento, Martina è cameriera ai piani, Benedetta e Livia sono cameriere di sala, Emanuele collabora in cucina come aiuto cuoco, mentre Edoardo aiuta nella manutenzione. Completano la loro bella esperienza le lezioni di inglese di John Peter Sloan, per renderli più spigliati con la clientela internazionale.

Il programma colpisce per il ritmo delle scene e perché trasmette normalità. Questi ragazzi vengono trattati da studenti veri e propri e sono seguiti dai tutor, dipendenti dell’albergo, specialisti nelle diverse mansioni. I tutor sono disponibili ad insegnare, ma non mancano di segnalare eventuali errori o imprecisioni. La disabilità insomma non viene negata, ma rimane sullo sfondo. Non mancano infatti belle amicizie, fatiche e sorprese, come la visita del campione di nuoto Massimiliano Rosolino.

Hotel a 6 stelle rappresenta per tutti una grande opportunità: per i ragazzi stagisti, molti dei quali al loro primo vero lavoro, che imparano a essere puntuali nelle consegne e a mantenere un comportamento adeguato allo stile di un grande albergo; per l’hotel che si è dato una nuova immagine sociale; per la Rai, convinta a portare in tv il tema ‘disabilità e lavoro’, senza pietismi e con una naturalezza estrema. Puntata dopo puntata il pubblico conosce e si affeziona sempre di più ai giovani stagisti e, anche grazie alle testimonianze di genitori, fratelli ed amici, entra delicatamente nelle loro vite e scopre le passioni di ciascuno. Nicolas ad esempio ama fare equitazione e suonare la chitarra; Benedetta vorrebbe aprire un asilo, è attiva in parrocchia, segue corsi di danza; Emanuele diplomato all’Istituto alberghiero frequenta scuole di basket, calcetto e vela; Martina invece ordina la casa con cura; Livia pratica il nuoto sincronizzato agonistico ed Edoardo si diverte tra il ping pong e la playstation.

Il programma che si ispira alla trasmissione televisiva svedese Service with a smile è prodotto da Raitre e Magnolia. E’ adattato nella versione italiana da Claudio Canepari, nasce dalla collaborazione con l’Associazione italiana Persone Down (Aipd), ha il patrocinio del Segretariato Sociale Rai e meriterebbe la prima serata.

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