Ecomuseo, c’è il riconoscimento ufficiale

Una panoramica sulla valle di Cavedine. Foto © Gianni Zotta
Sedici mesi dopo la sua costituzione siglata dall’ente intermedio di concerto con le sei municipalità vallive ante fusione, vale a dire Calavino, Cavedine, Lasino, Padergnone, Terlago e Vezzano, l’Associazione culturale “Ecomuseo della Valle dei Laghi” ha ottenuto dalla Provincia il riconoscimento della qualifica in forza dei criteri emanati nel 2002.

Gli ecomusei, come loro fine precipuo, rispondono alla volontà della comunità locale di valorizzare e sviluppare al meglio il proprio ambiente, di contribuire alla formazione del sentimento d’identità territoriale, di concentrare l’attenzione a storia, cultura, tradizioni locali per sensibilizzare il cittadino e il visitatore attraverso processi di crescita culturale, di messa in rete delle risorse presenti, di attivazione e sviluppo di proposte culturali coordinate e di progetti di valorizzazione.

Pur in difetto di un quadro normativo comunitario strettamente legato alle realtà ecomuseali, il concetto e le definizioni rimandano a riferimenti normativi di notevole spessore: la Convenzione europea per il paesaggio, la Convenzione per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale e la Convenzione di Faro, soltanto per citare le più incisive.

Il riconoscimento ufficiale salutato con compiacimento in Valle dei Laghi a fine maggio altro non è che il requisito indispensabile per accedere alle agevolazioni contributive riconosciute ai progetti culturali di ampio respiro. Pratiche di vita quotidiana, saperi artigianali e produzioni tipiche locali che hanno plasmato nel tempo il paesaggio, azioni condivise di sviluppo sostenibile, progetti di ricerca, iniziative culturali e attività didattiche saranno alcuni degli elementi funzionali all’Ecomuseo chiamato a svolgere un ruolo attivo nella comunità locale.

Da due anni la sua sede è fissata presso la struttura occupata dall’Apt e dal Consorzio delle Pro Loco ubicata nella periferia meridionale di Vezzano. Ora, a quasi cinque anni dalla studio di fattibilità curato dalla consulente Annalisa Bonomi e sfociato nel progetto suggerito dalla Comunità di Valle con la consigliera delegata Paola Aldrighetti, l’attenzione è tutta sulla nuova rappresentanza in seno ai sette soci fondatori che, eccezion fatta per la Comunità di valle, vede i comuni vallivi dimezzati nel numero all’indomani dell’istituzione dei comuni unici di Madruzzo e di Vallelaghi.

In Trentino. Ecomusei all’interno di una Rete che in Trentino ne annovera nove compreso quello della Valle dei Laghi, ultimo entrato in ordine di tempo: Argentario, Judicaria, Lagorai, Tesino, Valsugana, Vanoi, Valle del Chiese, Val di Pejo, protesi verso la crescita culturale nonché la conservazione e la trasmissione di saperi e tradizioni come pilastri dello sviluppo socio economico territoriale.

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