Per la centesima volta dalla diocesi di Trento pellegrini a Lourdes

Si è rinnovato nel pellegrinaggio diocesano a Lourdes numero 100 il forte clima di spiritualità personale e comunitaria. Con gli ammalati al centro

Alcuni per la prima volta, altri per la seconda o la terza o tante altre volte. I pellegrini trentini hanno riascoltato nei giorni scorsi una storia di fede ancora eloquente: “Fino al 1858 Lourdes è una sconosciuta borgata dei Pirenei e la famiglia Soubirous è una delle più povere che la abitano. L’11 febbraio di quell’anno, Bernadette Soubirous , sua sorella Toinette e una loro amica vanno in cerca di legna. Si dirigono verso “il luogo dove il torrente si getta nel Gave”. Arrivano dinanzi alla Grotta di Massabielles: una discarica, piena di detriti portati dal fiume, di rifiuti dei maiali, ma anche di legna da poter raccogliere. È lì che Bernadette sente un rumore come un colpo di vento. Alzando la testa, vede, nella cavità della roccia, una figura avvolta nella luce, che la osserva e le sorride.”

Sono passati dunque 160 anni dalla prima apparizione e dall'inizio di questa storia di fede. Ogni anno sono centinaia di migliaia i pellegrini e gli ammalati che raggiungono Lourdes con lo spirito dei pellegrinaggio. Per la Chiesa trentina un doppio “giubileo” quest'anno: si trattava infatti del 100° pellegrinaggio diocesano che cade proprio nell'anno in cui Ospitalità Tridentina ricorda i 50 anni di attività: dieci lustri che sono stati “celebrati” nella preghiera anche negli altri pellegrinaggi giù tenutisi in questo 2018.

Erano 250 le persone che dal 31 agosto al 3 settembre hanno partecipato tra pellegrini e ammalati, 70 volontari tra dame e barellieri (una ventina i giovani, ne parliamo a lato) provenienti da tutte le valli del Trentino. Oltre al vescovo c'erano il responsabile don Piero Rattin e altri quattro sacerdoti: don Rolando Covi, don Ferruccio Furlan, don Paolo Vigolani e don Daniele Armani.

Grazie all'organizzazione puntuale, coordinata da Mery Bassetti e dagli altri collaboratori di Ospitalità Tridentina, hanno potuto immergersi per quattro intense giornate in momenti molto significativi: dal rosario ai piedi della Grotta dell’Immacolata Concezione, alla Via Crucis dei pellegrini sul colle adiacente il Santuario, alla Messa con l’Unzione degli Infermi, alla celebrazione internazionale nella Basilica sotterranea di S. Pio X, alla Processione Eucaristica e ancora alla suggestiva fiaccolata notturna. Un vero e proprio “bagno” di spiritualità che ha favorito nei partecipanti il rinnovamento spirituale anche in momenti di preghiera personale e relazione tra le persone: insomma una sorta di “tagliando delle fede”, utile per riprendere il cammino.

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