Ancora una volta voglio citare Madre Teresa di Calcutta. “Parlare a Dio con parole che sappiano di casa, di mensa, con discorsi che ci coinvolgano pienamente. Se l’immagine privilegiata dell’amore di Dio è l’amore sponsale, difficilmente esso ha un linguaggio ragionato, e non certo nei momenti culminanti dell’effusione amorosa.

In quei momenti fra Dio e noi nessuno: né amici, né comunità, né prete, né Papa, né liturgia, né sacramenti: soltanto un segretissimo silenzio. Non consideriamo tempo perso neppure quando ci sembra di non riuscire a pregare. La preghiera non è riuscire a qualcosa, bensì discorsi perché Dio riesca a prendere possesso di noi e a impadronirsi della nostra vita. La preghiera è come la pace, la gioia, l’amore: un sottofondo esistenziale su cui si ricama la vita”.