Rsa, 41 “i meglio che one…”

Il confronto in Quarta commissione. L’Upipa: “Non perdere i legami con il territorio”

Nel campo dell’assistenza agli anziani il Trentino ha costruito un sistema di qualità, che offre un numero elevato di posti letto a tariffe contenute grazie alle quota a carico del pubblico. Ma di fronte di fronte all’invecchiamento della popolazione e all’aumento delle malattie legate alla demenza, e oltre tutto in tempi di ristrettezza di bilancio, si pone il problema di come continuare a garantire la qualità dei servizi per la cura delle persone anziane. Un modo per razionalizzare la spesa pubblica, ha pensato l'assessore alla Salute della Provincia Autonoma di Trento, Luca Zeni, è quello di far convergere in un'unica realtà le 41 aziende pubbliche di servizi alla persona (Apsp; un tempo si chiamavano Ipab) che gestiscono le Rsa (Residenze sanitarie assistenziali) presenti su tutto il territorio provinciale.

La proposta, lanciata dall’assessore Zeni attraverso le pagine di un quotidiano locale, non è piaciuta per nulla all’Upipa, l’Unione provinciale delle istituzioni per l’assistenza, che rappresenta gli interessi delle Aziende pubbliche per i servizi alla persona della provincia. Non ha gradito il modo – l'annuncio a mezzo stampa – né tanto meno il contenuto. E ha chiesto, e ottenuto, lo scorso 9 novembre, un confronto nella sede a ciò deputata, e cioè la Quarta Commissione del Consiglio provinciale, presieduta da Giuseppe Detomas.

Secondo l’Upipa, che alla Commissione ha consegnato un corposo documento con le proprie c perdita dei legami con il territorio ontrodeduzioni, la centralizzazione delle Rsa porterebbe a una minore qualità nei servizi per le persone assistite e a una perdita dei legami con il territorio, che sono il punto di forza delle Rsa. Per l’Upipa in questi servizi la centralizzazione “demotiva il personale”, scoraggia il volontariato, mette in discussione anche le rendite patrimoniali, i lasciti e la capacità di fare economie. In definitiva, l’unificazione delle Apsp “non produrrebbe alcun vantaggio, ma nuove spese e un distacco dalle comunità”. Netto quindi il rifiuto dell’ipotesi di creare un’unica azienda per i servizi di assistenza. I vertici dell’Upipa, rappresentata all’incontro dal presidente Moreno Broggi, dal vicepresidente Renato Brugnara e dal direttore Massimo Giordani, sono apparsi indispettiti soprattutto perché la proposta Zeni appare come “un’imposizione calata dall’alto, senza alcune concertazione”, come ha spiegato ai microfoni di radio Trentino inBlu Moreno Broggi.

Possibilisti rispetto a una riorganizzazione delle aziende di servizi alla persona si dicono i sindacati Cgil, Cisl e Uil. A patto però che “gli accorpamenti avvengano tutelando i servizi sul territorio, senza sguarnire le periferie, e valorizzando le professionalità del personale”. I sindacati chiedono anche che si arrivi a una progressiva omogeneizzazione dei meccanismi di compartecipazione alla spesa, per ridurre il carico che oggi grava sulle famiglie in condizioni economiche più disagiate, e un confronto sui possibili nuovi modelli di accesso agli interventi assistenziali e sociosanitari gestiti dal sistema pubblico in concorso con i soggetti del privato-sociale.

Durante il confronto in Quarta commissione, l’assessore Zeni ha assicurato che la questione dell’unificazione delle 41 Rsa in un’unica Azienda provinciale non sarà affrontata all’interno della legge finanziaria 2016. La crescita fisiologica della spesa, ha osservato Zenik comporta o un aumento delle rette a carico delle famiglie o la riduzione della qualità dei servizi, “visto che non si possono aumentare i posti letto convenzionati”. La sua proposta, ha sostenuto, non mira a un taglio, ma a una ridistribuzione delle risorse.

Nel dibattito sono intervenuti diversi consiglieri, per ricordare l’esistenza di una norma di legge che già prevede la possibilità di aggregazione tra Rsa (Plotegher), l’impegno già in atto delle Rsa ad “asciugare i conti” (Borgonovo Re), l’irritualità della scelta dell’assessore Zeni di parlare ai giornali prima che nelle sedi istituzionali (Viola), il rischio di perdere l’apporto del volontariato (Kaswalder).

vitaTrentina

Lascia una recensione

avatar
  Subscribe  
Notificami
vitaTrentina

I nostri eventi

vitaTrentina