Le piste da scii delle Giudicarie vanno ampliate o no?

Il presidio di Serodoli
Il futuro delle Giudicarie, 70 chilometri da nord a sud, 1.176 chilometri quadrati, interessa 37 mila 500 residenti oltre ai numerosi turisti. L’adozione del Piano territoriale della Comunità di Valle più estesa del Trentino sta facendo riflettere amministratori e cittadini. Questione maggiormente dibattuta è l’ampliamento di impianti e piste da sci nell’area Serodoli – Nambino, nel Parco Naturale Adamello Brenta, sopra Madonna di Campiglio, all’interno del celebre giro dei 5 laghi.

“La ‘questione Serodoli’ si colloca all’interno del percorso più generale e articolato che la Comunità delle Giudicarie ha intrapreso per l’elaborazione del Piano Territoriale”, spiega la presidente della Comunità, Patrizia Ballardini. “Non si tratta di decidere ‘dove passeranno nuove piste’, bensì di valutare, all’interno di una più vasta visione strategica di sviluppo sostenibile, se ‘tenere aperta’, dal punto di vista urbanistico, la possibilità per futuri potenziali ampliamenti del demanio sciabile”.

La sfida è costruire una proposta competitiva, realistica e sostenibile, da tutti i punti di vista. “L’analisi condotta da Agenda 21 evidenzia che ‘la proposta neve-sci è il fattore trainante dei flussi turistici e più in generale dell’economia delle Giudicarie e l’analisi approfondita anche in ambito internazionale fa ritenere che, pur con proposte complementari in crescita, la proposta sci rimarrà trainante anche nel medio termine’”, ricorda ancora Ballardini. “La Comunità, nel 2014, ha stanziato oltre mezzo milione di euro per migliorare la proposta turistica in ambiti che vedono l’ambiente naturale al centro, legati alla bike, pesca, bouldering, parco giochi”.

In questi mesi diversi cittadini hanno partecipato alle iniziative proposte da un gruppo spontaneo slegato da ogni partito o associazione, per riflettere sul futuro dell’area Serodoli, allargando il ragionamento allo sviluppo sostenibile. Dal 14 luglio al 24 agosto hanno mantenuto un presidio al Lago Serodoli, confrontandosi con gli escursionisti. Qui hanno raccolto oltre 500 commenti, altrettanti al Lago Nambino. “Italiani e stranieri hanno scritto cose meravigliose, espresso emozioni, incredulità stentando a credere che questi luoghi possano venire stravolti”, fa presente Nicola Cozzio. “Raggiungere faticando l’alta montagna dà modo di conoscere ed apprezzare l’ambiente”. Come presidente degli Accompagnatori di territorio, Cozzio partecipa alla Conferenza provinciale del turismo: “Nelle linee guida emerge che il turista cerca emozioni, esperienze autentiche, cultura, territorio e paesaggio. Questi interventi comporterebbero anche perdite economiche”.

Mountain Wilderness e Lega Ambiente del Trentino hanno realizzato un breve ma incisivo video per “accompagnare a Serodoli anche coloro che non ci sono mai stati”. Si realizzerebbero seggiovie e piste fino a 2.700 metri di altitudine mentre, mettono in evidenza, i 150 chilometri di piste della ski area sono da valorizzare.

L’economista Patrizia Pizzini aiuta a riflettere con alcuni dati. “I 29 milioni di presenze turistiche del 2013 in Trentino sono ripartiti tra alberghi (15 milioni), case in affitto (5 milioni), seconde case (9 milioni) mentre gli stessi turisti in Alto Adige sono stati ospitati negli alberghi. Le scelte del passato, l’amplio utilizzo del territorio, non sono premianti. L’Austria, invece, ha saputo far crescere il turismo estivo raggiungendo una sostanziale parità tra le due stagioni principali”. I problemi si possono trasformare in opportunità. “Dobbiamo avere lo sguardo rivolto verso nord per migliorare, curare l’ambiente e i sentieri, crescere nella cultura dell’ospitalità. Non c’è contrapposizione tra turismo invernale ed estivo”, conclude Pizzini.

Anna Scutari dell’Istituto di ricerca altoatesino Eurac, spiega come il turista sia “attratto dal ben-essere dei residenti”, delineando alcune tendenze del turismo del futuro: “Il maggior mercato europeo nei prossimi quindici anni è costituito da over 65. Dobbiamo riuscire a cambiare, adattarci, rimanendo però fedeli a quello che siamo, potenziando il ‘dolce inverno’ con attività complementari allo sci discesa”.

Italia Nostra del Trentino ricorda l’importanza del turismo culturale, evidenziandone destagionalizzazione, creazione di posti di lavoro, educazione alla comprensione e rispetto del territorio. Il corso di Anastasia per accompagnatori ai luoghi sacri che ha portato alla formazione di 38 persone in Giudicarie è un esempio.

Nel dibattito non manca la voce della SAT. “Le potenzialità ed interesse manifestato anche a livello internazionale dal centenario della prima guerra mondiale combattuta sull’Adamello e Presanella, con visita di gruppi stranieri, articoli come quello pubblicato su National Geographic nel marzo di quest’anno, indicano che abbiamo grandi potenzialità da sviluppare se sapremo mantenere l’ambiente così com’è e riscoprire e far apprezzare la ricchezza ambientale e culturale che ci circonda”, spiega Matteo Motter, giovane presidente della Sezione Carè Alto.

Molteplici le voci di un dibattito costruttivo nato intorno al Piano territoriale, carico di aspettative per un futuro che va pensato in modo coinvolgente e condiviso, non solo da pochi ma dall’intera comunità delle Giudicarie.

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