Duomo, cantiere aperto

SSi è svolto nei giorni scorsi un incontro fra i tecnici che si stanno occupando del Duomo di Trento in vista della ripresa dei lavori del primo lotto di un progetto ripartito su tre sessioni di lavori per la pulizia di pareti, pilastri, soffitto e per la messa in sicurezza antisismica dell’intero complesso religioso.

In settimana prende il via l’intervento specialistico da parte di un pool di restauratori sui pilastri, sulla parete e sulla navata laterale nord. Le opere previste ricalcano le procedure tecniche seguite tre anni fa per la navata laterale sud che aveva messo in luce affreschi sotto malta e la volta stellata risalenti al 1700, occultati nel corso del 1900 in quanto considerati in contrasto con lo stile architettonico e pittorico originario risalente al 1200. Seguiranno lavori nella navata centrale, considerati i più consistenti, e nel transetto.

Da tempo esperti in varie discipline sono dediti allo studio di tutti i materiali usati nella costruzione della cattedrale: pietre, calce, intonaci, colori. Un’approfondita indagine ha riguardato anche la stabilità del Duomo e lo studio degli accorgimenti tecnologici per la messa in sicurezza dei pilastri portanti le tre navate in presenza di eventi sismici.

Dalla complessa operazione di restyling, la prima dopo oltre ottocento anni di storia della cattedrale, non resta ovviamente escluso l’ex voto del 1703, ovvero il baldacchino di marmo che imponente sovrasta l’altare maggiore, traduzione rococò – dicono i critici d’arte – della confessione del Bernini in San Pietro a Roma, realizzato dai fratelli Domenico e Antonio Sartori tra il 1739 e il 1743 su progetto di Cristoforo Benedetti del 1722.

Nella realizzazione di opere pittoriche si sono cimentati gli artisti Ludovico Dorigny, Giuseppe Antonio Caccioli e Gasparantonio Baroni. La vita e le opere di san Vigilio, molte delle quali considerate oggi leggendarie, come l’incontro con san Romedio, o false come il martirio del Simonino, furono riprodotte sulla navata centrale, crocera e coro da Lodovico Dorigni Parigino.

La Madonna accolta in cielo da Dio Padre e da Gesù di Gaspare Antonio Baroni di Sacco primeggiava sul cupolino. Altri pittori segnalati dalle cronache del tempo, sono Giuseppe Marchesi, Giuseppe Varotti e Domenico Pedrini.

Le navate riportavano scene del Vecchio e del Nuovo Testamento. Parte di questo patrimonio artistico si staccherà dal soffitto per cause imprecisate. I frammenti recuperati sono stati trasferiti nei magazzini del Buonconsiglio. Nella loro composizione originaria sono riprodotti nelle stampe dell’Ottocento e nelle riprese fotografiche che hanno preceduto i primi lavori di restauro delle volte danneggiate del 1882, con la proposizione del cielo stellato, dove le stelle sono in stucco, dipinte da Giuseppe Lona. Si tratta di opere severamente contestate dai critici d’arte a riproposta di un genere interpretativo pittorico stridente rispetto allo stile della cattedrale.

I bombardamenti delle fortezze volanti degli alleati nel 1944 colpirono anche il Duomo, pur se in forma non gravissima rispetto a taluni quartieri cittadini, costringendo a nuovi interventi di restauro, dove ebbe a prevalere sui soffitti delle navate la calce bianca su tinte chiaro-scure e stelle del cielo.

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