Esperienza autentica di Chiesa universale

“Perché siamo partiti? Perché affrontare un lungo viaggio? Che cosa stiamo cercando?”: sono queste le domande che spesso i pellegrini si pongono non appena il capocomitiva ha completato il classico appello iniziale e il motore del pullman si accende. Anche noi, fedeli di tutta la diocesi, ci siamo interrogati in questo modo la scorsa settimana, con l’aggiunta di un’ulteriore domanda: “perché andare ancora una volta a Roma, nonostante alcuni tra noi ci siano già stati anche decine di volte?”. Inutile negarlo: la Città Eterna ha una capacità unica di attirare uomini da ogni parte del mondo, che non è data dalla pur mirabile quantità di palazzi, statue e musei, ma dal suo ruolo di centro della cristianità. È la presenza del successore di Pietro che le dona quel qualcosa di più rispetto ad ogni altra città, e permette di vivere un’autentica esperienza di Chiesa universale.

Per questo motivo domenica 10 aprile in circa duecento abbiamo salutato le nostre vallate per recarci in pellegrinaggio nell’Urbe, questa volta con una motivazione in più, ovvero il passaggio della Porta Santa nella basilica di San Pietro in occasione del Giubileo straordinario della Misericordia. Con noi, mescolati nel gruppo come pastori in mezzo al gregge, c’erano ben sei sacerdoti: don Piero Rattin, ormai un’”istituzione” tra i pellegrini trentini, don Francesco Scarin, don Mario Tomaselli, don Gilio Pellizzari, don Carlo Speccher e don Cristiano Bettega che ci ha raggiunti in loco. Anche quattro intrepidi seminaristi hanno avuto la possibilità di partecipare come accompagnatori e capi-pullman… insomma, apprendisti pastori… e di svolgere qualche piccolo servizio liturgico-musicale, oltre a rallegrare l’atmosfera generale.

Filo conduttore di tutto il pellegrinaggio è stato la misericordia, parola alla cui luce abbiamo vissuto gli eventi principali dei tre giorni: il passaggio della Porta Santa lunedì mattina, l’incontro con la Comunità di Sant’Egidio e la sua testimonianza di impegno sul fronte dell’accoglienza dei migranti martedì, la Messa celebrata in Santa Maria Maggiore nella cappella con l’icona “Salus populi romani”, e infine l’udienza del mercoledì in piazza San Pietro, nella quale Papa Francesco ha rinnovato il suo invito a credere nell’amore misericordioso di Dio citando un proverbio: “Non c’è santo senza passato, e non c’è peccatore senza futuro”.

Luca Tomasi, Matteo Moranduzzo, Nicola Bortolotti e Giovanni Moser

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