Fede che non crolla

Nella chiesa di S. Antonio a Trento la comunità peruviana ha ricordato il “Señor de los Milagros”

"Se tutto crolla, il Crocifisso resta in piedi, allora nonostante i terremoti interni ed esterni, rivolgiamo il nostro grido a Gesù, aggrappiamoci a Lui, e sentiremo che la nostra vita rimane anch'essa in piedi, come la parete sulla quale è stata dipinta l'immagine del Señor de los Milagros". È risuonato forte il richiamo alla fiducia in Dio, padre misericordioso che non abbandona mai anche nei momenti più duri, espresso da fra Francesco Patton, Ministro provinciale dei Frati Minori di Trento, durante l'omelia della messa celebrativa del “Señor de los Milagros” svoltasi domenica 25 ottobre nella chiesa parrocchiale di S. Antonio a Trento.

La comunità peruviana e i cittadini di origine latinoamericana residenti in Trentino si sono radunati per il sesto anno consecutivo nella chiesa che ne contiene la sacra effige per ricordare il Cristo di Pachamilla, patrono di Lima e dei peruviani nel mondo. I fedeli hanno così potuto di nuovo apprezzare l’accoglienza loro riservata all’ingresso della chiesa da due membri della “hermanidad” trentina, trasmessa poi attraverso il canto gioioso che ha accompagnato i vari momenti della celebrazione e i colori vivaci dei costumi tipici corrispondenti alle varie zone del Perù indossati dai bambini che hanno portato all’offertorio non solo pane e vino, ma anche mais e patate.

Rievocando la storia da cui ha avuto origine una delle più grandi manifestazioni di devozione popolare al mondo, padre Francesco ha ricordato che il Signore dei Miracoli fu dipinto nel 1651 da uno schiavo proveniente dall'Angola, Pedro Dalcon. "Non è un artista, ma dipinge per devozione personale: ha bisogno di essere capito e accolto, e questa comprensione la trova guardando Gesù in croce e il suo volto". Subito, la devozione viene condivisa anche dagli altri schiavi, poi nel 1655 un terremoto a Lima distrugge la maggior parte degli edifici, ma non la parete recante l'immagine.

La devozione popolare cresce a tal punto che le autorità civili e anche quelle religiose proibiscono il culto e provano a cancellare l'immagine dalla parete senza però riuscirci.

Il 14 settembre 1671 si celebra per la prima volta la messa dedicata al Señor de los Milagros, poi un altro terremoto nel 1687 devasta Lima, ma la parete resta ancora in piedi e allora la gente chiede che possa attraversare le strade della città per portare speranza a tutti e così ne viene dipinta una copia.

"Pedro si è identificato con il volto del Crocifisso, ha capito che Gesù sente per noi compassione perché Lui per primo si è identificato con noi ed è diventato uno di noi, imparando cosa significa soffrire, e facendosi schiavo per restituirci libertà e dignità”, ha ricordato padre Francesco. “Anche oggi c'è chi, non capendo questo messaggio di vita e di speranza, vuole cancellare il Crocifisso, ma se ci fidiamo di Gesù, nessuno potrà toglierlo dal nostro cuore".

Quella del Signore dei Miracoli è una festa di popolo e a Lima, durante la processione, si blocca tutta la città fino a notte fonda. Milioni di persone camminano insieme e ciò suggerisce un insegnamento significativo: "La fede non è qualcosa di privato, da coltivare in modo intimistico, ma un dono da condividere, che ci fa sentire parte di un popolo e non isole che pregano ognuna per conto proprio. Il miracolo più grande allora non è la guarigione da un male fisico, ma avere fede, quella fede che rende persone capaci di fidarsi di Lui anche nei momenti di maggiore difficoltà, sapendo che Gesù Crocifisso resta anche quando tutto crolla". Quella fede che alimenta l'impegno a vivere da cristiani autentici, ovunque siamo, custodendo il Signore nel cuore e vivendo la spiritualità della vita donata per amore che Lui ci ha insegnato.

La celebrazione si è conclusa con il ringraziamento di Olga Rojas, presidente della Confraternita di Trento, il canto dell'Ave Maria, la benedizione degli scapolari, l'inno al Signore dei Miracoli e la processione con il trasporto dell’immagine per le vie intorno alla parrocchia.

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