Padre Abram, la missione con ironia

Il titolo “Quattro gatti senza storia” con sottotitolo “Riflessioni semiserie di un missionario” (Edizioni Messaggero Padova, pag. 208, euro 18, nelle migliori librerie) dice tutto e non dice niente, come nei migliori titoli e talvolta libri. Già si intuisce, comunque, chi possa essere l’autore: è padre Giorgio Abram, 71 anni di Ronzone, laureato in Medicina, frate francescano, missionario in Ghana da oltre 40 anni. Sono 54 racconti molto brevi di vita vissuta in Ghana a contatto con la lebbra, con l’ulcera del Buruli (che è peggiore della lebbra), con i ghanesi, ma anche con certe stanze dei bottoni che governano la sanità mondiale (Oms).

Racconti che mettono i brividi, verrebbe da supporre. E invece no. Sono racconti ironici, autoironici, divertenti in cui traspaiono e talvolta emergono un pragmatismo e una concretezza che non t’aspetti. E sbagli a non aspettartelo. Sì, perché quando si affrontano certe situazioni dolorose non si può cincischiare nei dettagli. E’ un libro religioso? Naturale che lo sia, ma non fatto di preghiere da bigotti. Fatto da un uomo che si è sempre comportato e ha vissuto badando soprattutto ai risultati che sono esclusivamente quelli di alleviare i dolori fisici, di dare un futuro migliore. Padre Giorgio si racconta certe volte spettatore e certe volte protagonista di angoli di vita sociale in Ghana e Vietnam in cui si apprezza la sua determinazione che ha come criterio base il famoso detto “aiutati che Dio ti aiuta” e non quello (talvolta frutto di debolezza) “siamo nelle mani di Dio”.

Insomma, è un libro da leggere per divertirsi e riflettere o, se si vuole, riflettere divertendosi. I 54 racconti si accompagnano a un centinaio di fotografie “africane” di rara bellezza che completano il volume integrandone lo spirito che è quello di ispirare un concreto ottimismo. Ultima nota, ma di fondamentale importanza. I proventi della vendita di questo libro vanno a sostenere un nuovo progetto: la costruzione e l’avviamento di un reparto di isolamento per malattie infettive gravi come il colera e l’ebola.

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