Professione bibliotecario

Compie 40 anni il Sistema Bibliotecario Trentino: il gusto di leggere (e di consigliare) nel racconto di tre operatori esperti

Tre storie diverse, sale di lettura ben differenti, ma una convinzione è condivisa da Ivana, Gianko e Paola, una vita da bibliotecari: “Siamno fortunati. Il nostro è il lavoro più bello del mondo”. Li abbiamo interrogati insieme a cuore (e scaffale) aperto alla vigilia dell'evento che festeggia i 40 anni del Sistema Bibliotecario Trentino. A partire dal fortunato titolo della rassegna che torna a Palazzo delle Albere dal 21 al 25 aprile “Biblioè”, che cosa è oggi una biblioteca, per voi?

Saltori: “E' parte della società in cui si trova. E interpreta la società in cui è inserita. Vive il suo tempo”.

Nardelli: “E' anche il luogo di aggregazione di uno specifico territorio. Un luogo d'incontro in cui, anche sottovoce, si fa comunità.

Tomasi: “Deve essere un ambiente accogliente, aperto a tutti, non solo per gli specialisti. Anche per chi s'incuriosisce davanti ad una proposta sorprendente.

Con quali occhi un lettore deve entrare in biblioteca?

Nardelli: “Con la curiosità che mi hanno insegnato i bambini, curiosi di natura. A loro dicevo che in biblioteca devono essere “sanamente ficcanaso”. Entriamo in biblioteca come ci fosse qualcosa che ci sta aspettando e che dobbiamo saper trovare, come in una caccia al tesoro”.

Saltori: “Con un atteggiamento di apertura verso il mondo, che può trovare in noi degli utili mediatori nell'interpretazione di quanto il nostro tempo propone. E' importante per noi bibliotecari prenderci il tempo per questo dialogo, un confronto che credo oggi faccia parte della nostra stessa funzione. La biblioteca diventa così anche un ambiente di relazione, di umanità, in cui un utente si sente riconosciuto e compreso”.

Tomasi: “Nella nuova sede del Vigilianum – dove sono confluite la Biblioteca diocesana, quella del Seminario e del Centro Missionario – abbiamo cercato di creare un ambiente confortevole in cui il lettore potesse girare, fermarsi, potendo consultare 20 mila volumi a scaffale aperto. Sono cresciuti anche i prestiti, perchè quello che si vede invoglia”.

E il bibliotecario?

Tomasi: “Deve essere accogliente, disponibile. Ma anche saper orientare e consigliare, affinchè uno possa trovare quanto cerca. E la riconoscenza poi arriva”.

Nardelli: “Il bibliotecario deve essere aperto a imparare, a crescere, a conoscere il suo territorio. Se tieni gli occhiali bassi, restringi il campo visivo. E' importante anche cogliere le attese specifiche di un anziano, di un ipovedente…E poi il bibliotecario è un po' anche farmacista, sa in quali misura offrire aiuto per le malattie dello spirito e dell'anima”.

Saltori: “Si merita e poi gode la fiducia del lettore. Quando allestiamo una vetrina con proposte tematiche aggiornate, l'utente confida che siano di qualità. La fidelizzazione parte da questa fiducia, che passa da tutti gli operatori della struttura, non dal singolo bibliotecario”.

Pensando alla Biblioteca centrale di via Roma, ma anche ad una sala di lettura periferica, ci prende un'idea di vitalità.

Saltori: “Quello che accade fuori, accade anche dentro la Biblioteca. E' un prolungamento di quanto avviene in strada, in piazza. Da una parte la biblioteca deve salvaguardare il suo specifico impegno, ma anche aprirsi, modificarsi, rivedere la propria visione…”

Ad esempio?

Saltori: “Sono sempre più numerosi gli adolescenti e gli studenti che vengono nella nostra biblioteca civica per non stare soli, per studiare e condurre lavori di gruppo in un ambiente non scolastico. Tanto che abbiamo voluto ricavare spazi riservati e adeguati per questo. Più aggiungiamo sale per i ragazzi delle superiori, più si riempiono”.

Tomasi: “Anche noi nel nuovo Vigilianum abbiamo creato degli studioli appositi. Sono ambienti gettonatissimi, dove vengono tanti giovani a studiare.

Altri esempi innovativi?

Saltori: “Poichè la biblioteca deve essere “per tutti”, abbiamo creato uno spazio multilingue dove gli stranieri o gli italiani che vogliono imparare le lingue possono trovare materiali adatti. Avremo progetti specifici di lettura e interazione con i giovani del Servizio Civile”.

Nardelli: “La biblioteca si deve plasmare sulle esigenze del momento. Altrimenti diventa polverosa, schematica. Andare in biblioteca deve rimanere sempre un piacere. Sottolineo poi che un'attenzione costante va data alle potenzialità offerte via via dalle tecnologie. Ormai sappiamo che un libro può avere supporti diversi, è importante arricchirsi anche delle potenzialità offerte dal digitale, saper consigliare anche nel campo degli ebook”.

Eppure non dimenticate il libro antico, che presenterete in una mostra a “Biblioè”.

Tomasi: “Il messaggio che vogliamo promuovere è che i libri antichi non sono nascosti negli archivi o nei depositi ad uso degli specialisti, ma possono essere avvicinati da tutti. Proporremo dei libri sui lirbi antichi scritti da Adriana Paolini che risultano molto nteressanti e affascinanti per piccoli e grandi”.

Il piacere di leggere è vivo?

“Potrà cambiare il supporto materiale del libro – la risposta all'unisono – , ma il gusto della lettura rimane. In Trentino poi siamo favoriti dall'intuizione di avere un unico Sistema Bibliotecario integrato che rende molto facile il reperimento dei testi.

I giornali si leggono meno in biblioteca?

Nardelli: “Rispetto al passato forse sì, ma abbiamo più possibilità di lasciar leggere e sfogliare online testate quotidiane o periodiche, anche in lingua straniera”.

Buona lettura, allora, di queste testimonianze, sulla carta o nella rete! A nome di generazioni di lettori, grazie ai nostri bibliotecari, ricordando che… tra un quarto d'ora si chiude!

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