Nessun assalto di visitatori, ma ciò non equivale a dire che l’esposizione della collezione privata di cimeli e testimonianze della Grande Guerra non abbia riscosso il meritato successo. “Siamo abbastanza soddisfatti di come è andata e comunque puntiamo a far conoscere e sensibilizzare”, rispondono sornioni Ezio Ceschini e Marco Gottardi, curatori della mostra “Questa è la guerra” allestita a Castel Toblino nella pieno dell’adunata nazionale delle penne nere a Trento.

Qualcosa come mezzo migliaio di pezzi militari ordinati e catalogati che concorrono a tenere viva la memoria storica nel ricordo di tutte le vittime del 1914-1918, nella custodia di una cultura tesa al dialogo e alla fraternità guardando in particolar modo ai più giovani per ribadire loro i valori che puntellarono l’Italia repubblicana. Accanto al materiale bellico anche uniformi d’artiglieria, borracce, medicamenti, telefoni da campo e missive che parlano delle gesta, pure eroiche, di uomini indossanti divise differenti, ma tutti accomunati dall’assurdità dell’uso delle armi.

Una ricostruzione della memoria rivolta a tutti, quindi, perché si conoscano dal profondo le proprie radici per guardare al futuro imparando dal passato.