Storia del Novecento, storie di profughi

Storia del Novecento, della Grande Guerra (cent’anni fa!). Storie di profughi. Ce ne furono ben 9 milioni che dovettero abbandonare le proprie abitazioni spontaneamente o deportati coattivamente, per ritrovarsi in un altro contesto, un’altra vita e ricominciare. Due spose. Storie d’amore e di Paesi di Antonella Bragagna (Publistampa) racconta di due donne. La prima, trentina, in viaggio verso la Boemia; la seconda, russa, in direzione contraria.

Se sono gli uomini i protagonisti delle guerre, nel senso che le decidono in pochi potenti e le combattono in molti e ci lasciano la vita; le donne sono dentro in tutto, nelle vicende e nei tempi delle guerre. Così in questo libro sono le donne le vere protagoniste, tocca alle donne portare avanti la vita, resistere e mantenere i legami e gli affetti, prendere il posto degli uomini nei campi e nelle fabbriche.

Sono anche capaci, le donne, di protestare, di chiedere la pace, la fine dell’insensato, assurdo massacro.

La guerra dei trentini non è quasi mai raccontata. Antonella Bragagna, poetessa, in questo caso “prestata” al racconto in prosa, privilegia la sfera dei sentimenti e lo fa con maestria, con pudore e con delicatezza. Si inserisce, per così dire, nelle pieghe della Storia, raccontando “storie” (non a caso la collana dell’editrice perginese Publistampa è “Storia & storie”), e quella che emerge è l’umile, tenace e strabiliante forza delle donne. La grande forza delle donne! Una storia, a ben vedere, che attraversa l’intero Novecento, gli anni delle guerre, gli anni poi delle ricostruzioni, quando occorre ricominciare. L’Amore moravo e la Sposa russa si rifà a scritti e lettere, alle fonti orali; Antonella Bragagna ha infatti conosciuto direttamente queste due donne, i cui destini sembrano appartenere in pieno ad un’intera collettività. Dimostra che l’amore supera i confini, persino i sentimenti interrotti, dopo 50 anni infatti il legame spezzato si riannoda. L’amore è anche ricordo dell’amore.

Pure Guerra e Pane di Massimo Lazzeri ripercorre le vicende storiche del Novecento attraverso la storia di Gino, un uomo coraggioso, un obiettore di coscienza ante litteram, una persona capace di dire dei “no” anche quando costano e non sono per nulla scontati. E’ la capacità, non frequente negli uomini, di obbedire prima di tutto alla propria sfera interiore, ai propri convincimenti, anche rispetto alla legge, specie se la legge –le leggi- le fanno i potenti di turno per un proprio tornaconto.

Sono libri speciali, questi; dovrebbero circolare nelle scuole, fra le ragazze e i ragazzi che non conoscono, non sanno. Se sono immemori la colpa non è loro, ma degli adulti, smemorati, che non sanno trasmettere ed “evocare”. Uno sprone a farlo, dunque. Questi testi aiutano, ed è tanto.

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