Due santi per amici

Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II, due “modelli” di cristiani moderni, che hanno segnato anche tanti trentini

Non ci sarà solo la comitiva promossa dal Circolo pensionati “Alcide Degasperi” della Valle dei Laghi domenica prossima in piazza San Pietro. Dispersi fra le migliaia di fedeli si nasconderanno anche altri trentini legati in modo spesso segreto (un incontro particolare, uno scritto, un'immagine) a Papa Wojtyla e Papa Roncalli. A loro non interessa disquisire sui tempi record di questa canonizzazione e sull'organizzazione faraonica che l'evento richiede per essere diffuso in tutto il mondo.

Quello che importa è poter riconoscere la grazia della fede e la forza del Vangelo in quei due volti forti e gioiosi, ma anche umanissimi e perfino sofferti. Se pensiamo alle critiche di Giovanni XXIII quando lanciò a sorpresa l'idea di un Concilio o alle sofferenze di Giovanni Paolo II, imprigionato dal Parkinson negli ultimi anni di vita, riscontriamo anche l'affetto che lega il cristiano anonimo a questi due testimoni, come si è già visto peraltro ai loro funerali. Essi non vengono elevati “alla gloria degli altari” in quanto Papi o in virtù di scelte magisteriali inevitabilmente legate al proprio contesto ambientale, ma per la “la testimonianza storica della loro dedizione seria alla Chiesa e al servizio delle anime”, come ebbe a dire in un'intervista il card. Martini.

In quest'ottica ecclesiale, che guarda avanti e non indietro e può soffermarsi anche sulle peculiarità dello stile giovanneo o wojtyliano, questa domenica della Divina Misericordia ci offrirà l'occasione per riflettere sulla forza del rinnovamento ecclesiale avviato dalla “primavera del Concilio”.

Per i trentini dai capelli grigi che hanno conosciuto da vicino Roncalli e tramandano la sua “carezza ai bambini” nel “discorso alla luna” è l'occasione per narrare il significato di questo “cambio di passo” al cammino ecclesiale. Una testimonianza personale sull'umanità l'ha offerta qualche mese fa su Vita Trentina l'anziano sacerdote don Gino Bertoldi, ora scomparso: lavorando in Vaticano aveva seguito con i propri occhi la visita di Roncalli alla redazione dell'Osservatore Romano e il suo intervento personale perché venisse regolarizzata la condizione dei suoi dipendenti.

Sul Papa polacco molto si è già scritto: sabato 26 se ne parlerà anche a Trento per quel suo amore per le nostre montagne testimoniato dal suo segretario don Stanislao, ma anche per quella dimensione attiva e contemplativa che il nostro mons. Giulio Viviani ha visto “da vicino” in dodici anni di servizio liturgico accanto a lui e che ci racconta nel libro “Karol Wojtyla trentino”. Molto altro ci potrà dire domenica in piazza san Pietro Papa Francesco che dei due Papi santi si sta rivelando un grande discepolo.

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