Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II “visti da vicino”

Eravamo a pochi giorni dal Santo Natale del 1959 quando in sede di comitato nazionale dei Giovani di Coldiretti, del quale ero vice, sollecitai il nostro consulente ecclesiastico mons. Dascenzi a procurarci un’udienza con il Papa Giovanni XXIII, vista la sua origine contadina e visto il suo grande interesse per il nostro mondo. Con grande soddisfazione ci venne concessa udienza nei giorni successivi. Andammo all’appuntamento si può immaginare con quale emozione; ebbene, nella sala dove ci fecero accomodare, non ne ricordo il nome, trovammo schierati attorno alla sedia sulla quale si sarebbe seduto il Papa tutto lo staff dei grandi dirigenti di Coldiretti, da Paolo Bonomi in giù. Entrò il segretario Loris Capovilla per vedere se tutto era in ordine e vedendo noi dodici giovani contadini in seconda e terza fila disse amabilmente: “Il Papa ha concesso udienza ai giovani, quindi voi signori dietro, per favore”. Entrò il Papa e cominciò subito a conversare amabilmente chiedendo a ciascuno di noi da dove venivamo e cosa facevamo. Visto il nostro imbarazzo a conversare con lui amabilmente ci disse: “Coraggio, siamo fra contadini, se lo Spirito Santo non avesse scelto me come Papa sarei qui come uno di voi a sentire le parole del Papa”. Fu un incontro memorabile che mai dimenticherò.

Un’altra serie di coincidenze mi portò nel 2003 a parlare con Papa Giovanni Paolo II. Ero in Uganda, precisamente nel West Nile, e sapevo che al mio ritorno come UCID nazionale avremmo avuto un’udienza dal Papa per il 50° della nostra associazione di imprenditori e dirigenti cattolici. Informai mons. Odama, allora capo della delegazione della Chiesa cattolica ugandese nella difficile trattativa fra il Sud e il Nord Sudan che aveva causato centinaia di migliaia di morti, del fatto che pochi giorni dopo avrei incontrato il Santo Padre e lui mi diede un messaggio molto riservato da consegnare personalmente al Papa in merito alla delicata trattativa. Così, quando Papa Giovanni Paolo passò lungo la sala per salutare i partecipanti all’udienza, arrivato davanti a me, dopo avergli ricordato che tutti gli ugandesi ricordavano la sua visita come un grande dono e lo vedevano come il loro Papa, gli diedi il messaggio di mons. Odama. E lui mostrò, pur nelle sue condizioni ormai precarie di salute, di avere ben presente il problema e di averlo molto a cuore. Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II “visti da vicino”

Un altro incontro con Giovanni Paolo II è avvenuto sempre nel 2003, Anno mondiale dell’acqua. In quell’anno il Papa volle incontrare un gruppo di volontari impegnati in Africa nel fornire acqua potabile a quelle popolazioni. Anche in quell’occasione ebbi modo di illustrare il nostro impegno allora ventennale su questo fronte e lui ci incoraggiò a proseguire in quest’opera benemerita ricordandoci che è molto più bello, più gratificante il donare del ricevere.

Sono questi i pensieri che in questi giorni mi sono venuti spesso alla mente e che ho espresso a molte persone anche negli incontri nelle scuole.

Carlo Bridi

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