Povera tra i poveri

Sabato 26 a Povo il suo sì per sempre è stato accolto dalla congregazione delle Suore Francescane dei Poveri

Stare vicino ai poveri, agli ammalati, a chi nella vita è più fragile e disilluso ma con la dolcezza che viene da Dio, cercando di fare proprio l’amore di Gesù per l’uomo: queste alcune motivazioni che hanno spinto una ragazza di quarant’anni di Povo a dire il suo sì per sempre a Dio come Suora Francescana dei Poveri.

Suor Mara Bellutta aveva pronunciato i primi voti nel 2007 e dopo il cammino di conoscenza, discernimento e adesione, ha scelto la chiesa parrocchiale che l’ha vista nascere, che l’ha accolta con il battesimo e che l’ha preparata agli altri sacramenti, per dire il suo sì perpetuo davanti a Dio e alla Chiesa.

13 anni sono trascorsi da quando durante un pellegrinaggio proposto dalla pastorale giovanile diocesana ad Assisi, aveva fatto sua la domanda di s. Francesco: “Signore che cosa vuoi che io faccia?”. Piano piano ha cercato la risposta venendo a contatto, quasi per caso, con la congregazione delle Suore Francescane dei Poveri, un ordine nato nel 1845 ad Aquisgrana in Germania grazie all’intuizione della beata Francesca Schervier, il cui desiderio era quello di vedere Gesù nell’umanità povera e sofferente e sanare le sue piaghe.

Farsi piccola tra i piccoli, povera tra i poveri, ecco la scelta di suor Mara, riconoscendo la mano di Dio che semina nella storia volti, sguardi, incontri, relazioni; che perdona ed accoglie con tenerezza; la mano che profuma dell’amore risanante, compassionevole e misericordioso; la mano che benedice. Diventare lei stessa, assieme alle consorelle mano che semina, che perdona, che profuma, che benedice, lo specchio cioè che fa risplendere il volto affettuoso di Dio sulle persone.

Sabato 26 aprile, il suo sì per sempre è stato accolto dalla ministra congregazionale, suor Licia Mazzina, in una chiesa stracolma di parenti, amici e consorelle venute da tutt’Italia, dagli Stati Uniti, dal Senegal e dalle Filippine.

La celebrazione eucaristica è stata presieduta da padre Francesco Patton e concelebrata da molti sacerdoti tra i quali i parroci che si sono succeduti nel tempo.

Una liturgia ricca di momenti e segni: la chiamata, la lettura e la firma della formula della professione davanti all’altare con il cero acceso, la consegna dell’anello nuziale, della croce di colore rosso, della Regola e delle Costituzioni delle Suore Francescane dei Poveri, la solenne benedizione. Una liturgia gioiosa come ad un vero banchetto di nozze dove la semplicità e l’intensità della preghiera erano le protagoniste.

Nei giorni precedenti, suor Mara e le sue consorelle hanno incontrato la comunità parrocchiale e i giovani per far conoscere più da vicino la congregazione e per pregare insieme.

“Lasciala fare, perché conservi il profumo”, queste le parole scelte da suor Mara Bellutta per il biglietto-ricordo della sua professione perpetua, l’esplicitazione del suo impegno a donare il profumo di Dio, che si china sull’uomo, ai poveri.

Monica Signorati

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