“La disabilità non è un fatto privato”

Spending review e servizi sociali, l'allarme lanciato dal presidente Anffas Luciano Enderle

Un momento di confronto per le famiglie e di sensibilizzazione della comunità trentina sui problemi legati alla disabilità intellettiva e relazionale: l’annuale assemblea che Anffas Trentino è convocata per venerdì 9 maggio, alle 14, nella sala Don Guetti di via Vannetti, a Trento. E carne al fuoco pare ce ne sia parecchia soprattutto in questo periodo di spending review che penalizza il settore. Di questo, il presidente Luciano Enderle si dice preoccupato: “Dei timori legati al futuro abbiamo iniziato a parlarne nel 2009, ma speravamo che attraverso il dialogo e confronto fra le forze politiche si potesse superare queste difficoltà derivanti dalla crisi. Invece si sta verificando un ridimensionamento dei servizi a sostegno di bisogni, con riflessi pesanti sulle famiglie”.

A cosa si riferisce, in particolare?

Alla riduzione o addirittura la cancellazione delle giornate di presenza nei servizi, l’esclusione nelle richieste di sollievo anche in situazioni di emergenza, le attese insostenibili nei tempi di risposta. Ed anche i trasferimenti in case di riposo o realtà similari, a minor costo, senza prima valutare caso per caso ma solo riferendosi a criteri anagrafici.

È chiaro che si vuole contenere la spesa…

Sì, certo, che noi però registriamo come mancata attenzione alla famiglia, scarsa considerazione dei bisogni sociali e ridimensionamento dei diritti legati al progetto di vita di ognuna delle 700 persone nostre ospiti. E questo lo abbiamo segnalato a chi di competenza in più di una occasione. Se, a prescindere dalle risorse, il servizio sociale non registra il bisogno è chiaro che perderà il polso della situazione. Risparmiando oggi con soluzioni a tampone si rischia di intervenire in emergenza domani.

Com'è strutturato Anffas?

Oggi le nostre strutture operative in provincia sono 43, i dipendenti superano quota 500, i volontari sono più di 400. Anffas un altr’anno compirà 50 anni: non si è trattato di un percorso senza intoppi, abbiamo dovuto affrontare timori e pregiudizi, dimostrando che i nostri figli sono come tutti gli altri, giovani e adulti che abitano in questo territorio e, come loro, devono godere delle stesse opportunità. Il nostro obiettivo è di offrire alle persone che assistiamo una vita di qualità. Chi ci affida un figlio o un fratello sa di poter contare su un qualificato staff di figure professionali con un modello di società accogliente a tutela dei diritti delle persone con disabilità.

Presidente Enderle, cosa chiede per Anffas agli interlocutori provinciali?

In virtù della qualità della vita e delle conquiste ottenute nel corso degli anni, sono convinto che non si possa tornare indietro. La disabilità è un fatto sociale, non privato. Le Istituzioni non devono palleggiarsi responsabilità ma aiutare chi si prende carico, cooperative, associazioni, Anffas o altri, di rispondere ai bisogni di questi nostri meravigliosi ragazzi.

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