Le altre Genziane del Festival

Proiezioni molto frequentate, sale degli eventi piene a tutte le ore, serate alpinistiche sold-out con largo anticipo, mostre apprezzate e visitate. Il bilancio del 62° Trento Film Festival si chiude con un aumento di pubblico di circa il 10%, anche grazie all'aggiunta, accanto al cinema Modena, dei 450 posti del cinema Vittoria.

I vincitori delle Genziane sono stati annunciati sabato 3 maggio. Al regista polacco Bartek Swiderski (“Sati”) è andata la Genziana d'oro del CAI per il miglior film di alpinismo, per il suo ritratto “estremamente toccante” dell'alpinista polacco Piotr Morawski, conquistatore di sei Ottomila morto in Himalaya nel 2009, attraverso le parole e le emozioni della moglie Olga, che rivelano “le conseguenze più dure dell'alpinismo di alta quota”.

Il documentario genuino e allegro di un giro del mondo in bicicletta ha conquistato la Genziana d'Oro della Città di Bolzano per il miglior film di esplorazione e avventura: “Janapar: love on bike” del regista inglese James Newton racconta l'impresa di un giovane uomo alla ricerca di se stesso e di ciò che davvero conta per lui, la libertà di chi rincorre i propri sogni e la saggezza di chi sa trovare ciò che stava cercando in una strada diversa da quella che pensava.

Il premio della Giuria se lo è aggiudicato “Happiness”, del regista francese Tomas Balmès, la storia di un monaco bambino che vive con sua madre in un villaggio del Bhutan. Un documentario che offre uno straordinario scorcio sulla popolazione che abita quelle alture himalayane, con una riflessione sui cambiamenti che si trova ad affrontare: l'arrivo della televisione e le luci della città sono davvero sinonimi di felicità?

Le due Genziane d'argento sono state così assegnate: miglior cortometraggio al documentario francese “Le lampe au beurre de yak” del regista Hu Wei – che si è aggiudicato anche il premio speciale degli studenti delle università di Trento, Bolzano e Innsbruck per “la finezza con cui è riuscito a denunciare il contrasto profondo tra la tradizione dei nomadi tibetani e il progresso imposto dal governo socialista cinese”; miglior contributo tecnico artistico al documentario “The creator of the jungle” del regista spagnolo Jordi Morató, che ha vinto anche il premio del pubblico al miglior lungometraggio in concorso. Invece il premio del pubblico per il miglior film, in concorso e non, che affronta i temi dell’alpinismo, arrampicata e sport di montagna è andato ex eaquo a “Chiedilo a Keinwunder” di Carlo Cenini e Enrico Tavernini, e a “Beyond the Edge” della neozelandese Leanne Pooley.

I riconoscimenti speciali: Premio Museo Usi e Costumi della Gente Trentina a “Still” di Matti Bauer, Premio Mario Bello a “De Balans” di Mark Ram, Premio Città di Imola a “Verso dove” di Luca Bich, Premio Solidarietà Cassa Rurale di Trento a “The Grocer” di Dimitris Koutsiabasakos, Premio Lorenzo Lucianer al Miglior Reportage Televisivo a “Mezzalama maratona di ghiaccio” di Angelo Poli, Premio Spirito Outdoor IOG a “Berge im Kopf” di Matthias Affolter.

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