In campeggio!

Campeggi, colonie, soggiorni: all'Agenzia provinciale per la famiglia registrate 444 attività estive per ragazzi e adolescenti, 126 in più rispetto al 2013]

[I dati confermano la grande incidenza delle realtà ecclesiali in quella che per le parrocchie è sempre stata un'opportunità educante significativa

La scelta di aderire alle iniziative per bambini, ragazzi e giovani organizzate da parrocchie, comuni, associazioni, cooperative, scout, enti religiosi e laici si è fatta di massa in questo 2014. Entro i termini fissati del 10 giugno scorso, ben 444 soggetti hanno inoltrato domanda di contributo all'Agenzia provinciale per la famiglia, la natalità e le politiche giovanili. Erano 318 l'anno prima: 126 unità in più.

Le 444 attività per le quali è stato richiesto il contributo provinciale sono sottoscritte, in base ad una nota dell'Agenzia provinciale, per 199 casi da associazioni e cooperative, 3 da colonie, 38 da enti locali (comuni e Comunità di Valle), 168 da parrocchie e oratori e 36 da gruppi scout. Il dato va considerato per difetto in quanto molti organismi svolgono analoghe attività in maniera del tutto sganciata dal contributo pubblico. L'anagrafe redatta dall'ente pubblico tuttavia conferma da un lato la costante crescita di coloro che intendono avvalersi del sostegno finanziario pubblico, dall'altro l'aumento esponenziale, negli ultimi anni, della fruizione del tempo libero per le classi di età giovanili, alternativa all'alberghiero.

È anche questo un sintomo della crisi economica che invoglia le famiglie verso forme meno dispendiose circa il godimento delle ferie. Le colonie marine fanno la loro parte in quel di Iesolo e Bibione, indubbiamente, molto più contenuta, rispetto al passato dopo la chiusura di qualche anno fa degli stabilimenti Caritas di Calambrone, realizzati per soddisfare domande basate sui grandi numeri. Le colonie per i figli degli operai dei grandi gruppi industriali, che hanno contraddistinto il periodo del dopoguerra, dopo il boom economico e il conseguente cambiamento degli stili di vita delle famiglie, in molti casi si sono trasformate in cattedrali nel deserto. Risale agli anni Sessanta l'acquisto da parte di comuni e parrocchie di sedi idonee per l'attività estiva a favore delle frange più deboli della comunità, ovvero delle famiglie prive di mezzi per le vacanze, spesso con il supporto determinante del volontariato nella gestione di queste attività che richiedono comunque professionalità, tatto, molta pazienza e una grandissima disponibilità. Si tratta di una prassi che ha subito dei rallentamenti e delle pause, tornata in auge con la crisi economica.

Di fronte ad un fenomeno in continua crescita la Provincia Autonoma di Trento ha deciso di dare il proprio sostegno finanziario onde alleviare le spese gestionali. In questo 2014 è stata introdotta una novità per una maggiore valorizzazione delle politiche familiari mediante l'adozione di un sistema che premia degli enti certificati con il marchio “Family in Trentino”. Tradotto in soldoni ciò significa l'erogazione di un contributo aggiuntivo di 200 euro. Il resto della somma che verrà elargita, invece, è parametrata alle forme di organizzazione e durata dei singoli eventi.

I dati confermano la grande incidenza delle realtà ecclesiali in quella che per le parrocchie ha sempre rappresentato un'opportunità educante, un servizio culturale e assistenziale mediante l'attivazione di soggiorni solitamente gratuiti, in malghe, baite, tende con grandi scampagnate ed escursioni anche impegnative per i partecipanti. I catechisti di città hanno davvero fatto scuola in questa direzione, scuola di socializzazione, di canto della montagna intorno ai falò, in tempi di povertà, come conferma l'ottimo lavoro di don Giuseppe Grosselli pubblicato da Vita Trentina dal titolo “Preti con lo zaino”. L'esperienza degli oratori, dopo una fase di regressione e di appiattimento, a partire dalla fine degli anni Sessanta, su modelli dominanti urbani, a causa anche del processo di secolarizzazione, sta rifiorendo e così pure le opportunità di vita associativa nei mesi estivi, che passano sotto il nome di “Grest”. Con questo termine, coniato nel 1945, all'interno del metodo educativo dell'Azione Cattolica (come abbreviazione di Gruppi estivi), si vuole indicare una precisa esperienza vacanziera. Si caratterizza come un periodo del tutto speciale di vita comune per i bambini e di servizio degli adolescenti, nell'ambito di un processo di maturazione che porta i maggiori per età ad essere animatori di gruppo attraverso il coinvolgimento pure delle famiglie, secondo stili moderni. Il tutto va programmato sin nei minimi dettagli, nel rispetto delle tradizioni di un determinato territorio e delle sue regole. Non cambia nulla nel metodo di lavoro che segue una sua continuità formativa. Muta l'ambiente naturale, prevalentemente all'aperto, in cui possono immergersi i ragazzi, consentendo loro di vivere margini di vitalità più aperti, gioiosi, avventurosi e avvincenti. Si tratta dunque di una fase importante nella crescita di un ragazzo all'interno della quale il momento ludico s'interseca con lo stile educativo oratoriano del servizio e rispetto dell'altro, della dimensione religiosa, considerata una componente importante dello sviluppo di una persona, in un clima di serenità, non artificiale, ma ancorata ai valori dell'amicizia, della preghiera, del rispetto reciproco e del dialogo. La fantasia tipica della giovane età fa da collante all'insieme della programmazione dove anche le strutture ricettive assumono funzioni che si legano ad un senso di novità e freschezza difficilmente trovabili nei luoghi di vita abituali.

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