Se la vita vale zero

Il treno con vagoni refrigerati all'interno dei quali sono stati deposti i resti di circa 200 delle 298 vittime del volo MH17 della Malaysia Airlines, è arrivato a Kherkiv. La destinazione ultima è l'Olanda che ha pagato un tributo altissimo di vittime. Ma gli esperti olandesi non intendono partire fino a che non sarà stato raccolto ogni resto umano. Divampano le polemiche sull'operato delle milizie filorusse e sui loro tentativi di nascondere reperti e tracce che potrebbero consentire di fare chiarezza sulle modalità di abbattimento del Boing, colpito giovedì 17 luglio nei cieli dell'Ucraina orientale, regione occupata dagli insorti filorussi. Resti in decomposizione di passeggeri e del personale di bordo, secondo gli osservatori dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce), sarebbero tutt'ora presenti nei campi coltivati dell'area di caduta dei rottami dell'areo. Gli inquirenti in questa fase preliminare parlano di un missile, del tipo non ancora identificato esploso a 20 metri dal B777 malese. L'ipotesi più probabile è che si tratti di un missile terra-aria Sa11 di fabbricazione russa, sparato dal famigerato Buk, il sistema mobile schierato nei pressi di Snizhne, in dotazione ai filorussi. Gli Usa con il supporto dei rilevamenti satellitari e delle intercettazioni puntano il dito contro gli indipendentisti. Per adesso l'Ue si è compattata contro la Russia annunciando l'inasprimento delle sanzioni su capitali, energia e difesa. Per la responsabile della Farnesina, Federica Mogherini, presente a Bruxelles alla riunione dei 28, il disastro aereo “ha trasformnato la crisi ucraina in un conflitto globale”.

Missili in Ucraina e missili tra Israele e Palestina dove lo scontro ha assunto il carattere di guerra stellare, tanti risultano essere i razzi lanciati che hanno determinato lo stop ai collegamenti delle maggiori compagnie aeree nei cieli sopra Israele e la Striscia di Gaza. Sono più di 600 le vittime palestinesi, per lo più civili, ed una trentina i soldati israeliani uccisi dall'inizio dell'offensiva terrestre di Gaza. L'aviazione israeliana continua a martellare l'enclave di Gaza City, distruggendo tunnel, lanciarazzi e depositi nascosti. Hamas risponde con i missili. Nessuno dei due contendenti intende cedere. Strage di bambini palestinesi innocenti denuncia l'Unicef. Cento mila i profughi. Nel vuoto le proposte di tregua. Il segretario di Stato Usa John Kerry tra il Cairo e New York cerca il cessate il fuoco, con il sostegno dell'asse Onu-Usa.

Continua frattanto l'esodo a cui sono stati costretti dai miliziani jihadisti i cristiani della città irachena di Mosul, che prelude alla fine di questa presenza in un luogo, sede di una comunità religiosa sin dai primi secoli del cristianesimo. Ha subito infatti minacce di essere passata per le armi dall'autoproclamato Stato islamico dell'Iraq, mentre l'Isis sta terrorizzando i territori a cavallo tra l'Iraq e la Siria. Da qui la fuga in massa di oltre 700 famiglie cristiane, senza la possibilità di portarsi alcun bene appresso, nonostante la simpatia e la solidarietà espressa dai musulmani attraverso il Consiglio ecumenico delle Chiese. Nel mirino pure i curdi. Papa Francesco ha voluto esprimere affetto e preoccupazione per il popolo cristiano d'Oriente parlando al telefono con il patriarca di Antiochia, Ignatius Youssef III Younan. Nelle ultime ore sono stati denunciati 200 morti in Siria: una quarantina i civili uccisi dopo 24 ore di combattimenti in una guerra, quella di Damasco, considerata “dimenticata”.

E morti anche nel Mediterraneo, fra quanti in fuga a causa dello stato fatiscente delle imbarcazioni, del maltempo, dei trattamenti inumani degli scafisti, della perfidia della mafie e delle risse per un posto in barca. Gli sbarchi sono incessanti e i soccorsi della Marina italiana senza sosta. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha parlato di “orrore in ogni persona sensibile” di fronte alle stragi di disperati e di tanti incolpevoli nei bombardamenti su Gaza “in una spirale di uso indiscriminato della forza di cui è innegabilmente parte il fittissimo lancio di missili su Isreale”. Ha ragione Mogherini: “è guerra globale”. Ma nessuno può fingere di fronte a queste stragi, di non ascoltare la domanda di Dio a Caino, ripetuta un anno fa a Lampedusa da Francesco: “Dov'è tuo fratello?”.

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